tag:blogger.com,1999:blog-79701084536297333332024-03-14T06:02:38.099+01:00Anselmo Rovedalibri e paroleahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.comBlogger205125tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-7303923117976536892017-09-08T18:00:00.001+02:002017-09-08T18:13:57.389+02:00Nel silenzio di una notte catalana<span style="font-size: small;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-mUyjSehkC40/WbK-wiQTq0I/AAAAAAAAA8E/OC4y__GpVJ89Yuu6SgIice1KtuRI_YVzQCLcBGAs/s1600/ninoelamfia%255Broveda_deconno%255D.tiff" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="795" data-original-width="1074" height="295" src="https://1.bp.blogspot.com/-mUyjSehkC40/WbK-wiQTq0I/AAAAAAAAA8E/OC4y__GpVJ89Yuu6SgIice1KtuRI_YVzQCLcBGAs/s400/ninoelamfia%255Broveda_deconno%255D.tiff" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">illustrazione di Gianni De Conno per "Nino e la mafia" (Coccolebooks, 2017) </td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: small;"><br /></span>
<style type="text/css"><span style="font-family: inherit;"><font size="3">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</font></span></style>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Nel silenzio di una notte catalana, sul balcone di un cortile interno di Carrer de Girona, ho riacceso nel buio il telefono. Da un paio di settimane, complice il viaggio e prima la sosta in una valle ligure discosta e senza copertura di rete, non accadeva. Avevo scelto il silenzio. La luce azzurra del device, le notifiche come lampi, hanno portato la notizia della scomparsa di Gianni De Conno. Ho riscelto il silenzio. Per un po'. L'affastellarsi dei lutti, di mondi e prossimità diverse, è condizione del progredire nelle stagioni della vita; il raro che si fa consueto. Consuetudine che non consola, alla quale non ci si fa domi. Gianni De Conno è un maestro dell'illustrazione (ché degli artisti bisogna parlare al presente; l'opera è qui, ancora, sempre, nuova a occhi nuovi e a sguardi rinnovati). Ho avuto la fortuna di lavorare con lui a un libro pubblicato nel 2011 che per dolorosa coincidenza non accompagnerà nella sua nuova e mutata edizione, andata in stampa durante l'estate. In quelle illustrazioni ci sono l'ombra e la piena luce, a raccontare con pertinenza e sintesi quel che provo a dire a parole in quella storia. Grazie a quel lavoro ho però potuto conoscere oltre l'opera la persona; ho avuto la fortuna di partecipare, nei saluti e nelle chiacchiere a margine degli appuntamenti professionali, di quello che molti, più vicini, sanno bene. Una misura intensa e rara, garbata e franca. Ciao Gianni.</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">
<br /><span style="font-size: x-small;"><i>lì tra figure, tagli di luce e ombre<br />lì senza tempo ci ritroveremo</i></span></span></span><span style="font-size: small;"><br /></span>ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-27281457448338223092017-07-05T01:55:00.001+02:002017-07-05T02:08:48.412+02:00Una poesia di Salvat-Papasseit e una fiaba occitana<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-JRTU8QrR42U/WVwqdKgTMpI/AAAAAAAAA6g/0vjrUsAOPE09kCEVb-YztYQYIOVK0EgCwCLcBGAs/s1600/salvat.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1042" data-original-width="1440" height="288" src="https://4.bp.blogspot.com/-JRTU8QrR42U/WVwqdKgTMpI/AAAAAAAAA6g/0vjrUsAOPE09kCEVb-YztYQYIOVK0EgCwCLcBGAs/s400/salvat.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-align: justify;">ecco due libri freschi freschi, caldi caldi, di stampa</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-align: justify;">in cui ho creduto molto e di cui sono molto orgoglioso:</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-align: justify;"><b>Caterina e l'asino</b> di Caterina Ramonda e Marco Bailone</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-align: justify;">e <b>Il mestiere che più mi piace</b> di Joan Salvat-Papasseit e Enrico Macchiavello,</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-align: justify;">entrambi con testo bilingue (rispettivamente occitano-italiano e catalano-italiano),</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-align: justify;">entrambi per la collana "Fiabe in viaggio" deĺle edizioni Egnatia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-64969606652281311402017-04-21T15:14:00.001+02:002017-04-21T15:17:25.806+02:00Una partigiana di nome Tina (a Genova)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-sayIIOtXqgA/WPoE2ZKTDPI/AAAAAAAAA5s/QzMOrypfQEsE-rQfNaCy6x-tB-M_ORRywCLcB/s1600/locandinaTINA_2017.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://4.bp.blogspot.com/-sayIIOtXqgA/WPoE2ZKTDPI/AAAAAAAAA5s/QzMOrypfQEsE-rQfNaCy6x-tB-M_ORRywCLcB/s640/locandinaTINA_2017.jpg" width="465" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
l'appuntamento</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.palazzoducale.genova.it/una-partigiana-di-nome-tina/">http://www.palazzoducale.genova.it/una-partigiana-di-nome-tina/</a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
il libro</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.anselmoroveda.com/tina2017.htm">http://www.anselmoroveda.com/tina2017.htm</a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-12196713143110889112017-03-21T11:33:00.003+01:002017-03-21T11:45:34.328+01:00Tra poesia e letteratura per l'infanzia (in omaggio a Silvia)<span style="font-size: small;"></span><br />
<span style="font-size: small;"></span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-6jRNtic6otc/WNEDpIC5zWI/AAAAAAAAA5Y/fGbOfyeMVvcnhEuFldEElL74raMt_9wEACLcB/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="226" src="https://3.bp.blogspot.com/-6jRNtic6otc/WNEDpIC5zWI/AAAAAAAAA5Y/fGbOfyeMVvcnhEuFldEElL74raMt_9wEACLcB/s320/4.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Le cinéma de l'équilibre</i>, ill. per FilmMaker's Magazine © Silvia Santirosi </td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: small;"><br /></span><span style="font-size: small;"> </span><br />
<span style="font-size: small;">«Quando le donne lavano le mutande, è un lavoro domestico./ Quando lo fanno gli uomini, un avvincente cruccio./ Come s’affliggono, quei calzini umidi che sbattono sul filo,/ come sono sperduti e soli nell’aria che li fa orfani … », questi versi, canzonatori e graffianti, di Margaret Atwood sono stati, insieme ad altri più centrati sulla memoria e sulla percezione d’infanzia, una piccola rivelazione. Il rinfocolarsi di una traccia di ricerca. Questo articolo sulle autrici che praticano i linguaggi della poesia (non per bambini) e della letteratura per l'infanzia, infatti, stava nascendo, dopo anni di latenza e in altra forma, a inizio 2014 per fortuite circostanze affastellatesi nel corso di qualche settimana: il ritrovamento di un volume della Atwood che disperavo di recuperare; l’arrivo in Italia di María Teresa Andruetto; la neve sulle montagne che riportava alla memoria poesie di Giusi Quarenghi; l’uscita di una raccolta di Ornella Pozzolo; il rimettere mano a traduzioni da Sophia de Mello Breyner Andresen. Tutte autrici che hanno pubblicato poesie per adulti e libri per bambini. Gli accadimenti fortuiti e gli appunti disordinati hanno trovato l’urgenza di una prima sistematizzazione per un evento tragico: la morte di Silvia Santirosi (1981-2014), collaboratrice della nostra rivista e autrice, anch’essa tesa tra poesia e letteratura per l'infanzia.</span><span style="font-size: small;"> La ricognizione preliminare intorno a questo tema è dunque dedicata a lei. Un omaggio al suo scrivere; che aveva una peculiarità comune ad altre autrici: scrivere poesia per adulti senza scordare la dimensione dell’infanzia e scrivere per bambini senza fare a meno del bagaglio lieve vivo e scabro della poesia. «E la morte/ mi piace pensare/ ci stupisce bambini/ con le dita nella marmellata ai lampioni/ mi piace pensare/ accesi fino all’alba/ in una strada di periferia», scriveva Silvia in <i>Istantanee</i> (EdiLet, 2008). La Atwood, del resto, nella poesia “Bambina triste” - compresa nella raccolta citata in apertura, <i>Mattino nella casa bruciata</i> (Le Lettere, 2007) - ben tratteggia infanzia: «Be’, tutti i bambini sono tristi/ ma a qualcuno poi gli passa».</span><br />
<span style="font-size: small;">Circoscrivendo il campo alle sole autrici che utilizzino i due differenti linguaggi in modo distinto, restano fuori dal nostro ragionare scrittici di poesia per l'infanzia come Chiara Carminati e, ça va sans dire, gli uomini, penso a Pierre Hornain e a tre Roberto: Denti, Mussapi, Piumini. </span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: small;">Margaret Atwood, forse la massima esponente di lingua inglese della letteratura canadese, arriva alla scrittura per bambini solo più tardi, rispetto ai propri originari interessi letterari. Lo fa nel 1978 con <i>Up in the Tree</i> (in italiano: <i>Quassù sull’albero</i>, Giralangolo, 2011) dopo una decina di raccolte poetiche (debutto nel 1961) e tre romanzi per adulti, forme espressive mai abbandonate e andate di pari passo con le più rare opere per l'infanzia. La scrittrice canadese bene rappresenta quell’ideale di “autore totale”, capace cioè di cimentarsi con le varissime forme dell'espressione letteraria, del quale diceva Andruetto nell’intervista pubblicata qui ad aprile; in questo senso varrà la pena ricordare che Atwood ha ricevuto per un proprio romanzo (<i>The Handmaid's Tale</i>, 1985; in italiano: <i>Il racconto dell'ancella</i>, Mondadori, 1988) diversi riconoscimenti nell’ambito, apparentemente distantissimo, della fantascienza, compreso il prestigioso premio Arthur C. Clarke nel 1987. Ma torniamo alla poesia.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: small;">Analogo discorso, ovvero autrici arrivate al libro per bambini solo dopo consolidati percorsi in poesia, si può fare per Sophia de Mello Breyner Andresen (1919-2004); l’amata poetessa portoghese ha infatti regalato anche alcuni classici della letteratura lusitana per ragazzi, concentrati però e per lo più in unico decennio, a partire dal 1958. O per la nostra Vivian Lamarque, apprezzata poetessa che al debutto, nel 1981 con Teresino, meritò il Premio Viareggio. Poi è arrivata, venti anni dopo, anche la scrittura per l’infanzia con esiti felici. Da allora le due vesti letterarie sono andate affiancandosi nutrendosi, forse, a vicenda. A lei è dedicato un prezioso, per pregnanza, Oscar Mondadori: P<i>oesie. 1972-2002</i>. In Lamarque memoria e percezione d’infanzia, pure nella faticosa ricostruzione dell'età adulta e nell’alternanza dei ruoli filiale e genitoriale, sono sovente momento dominante della scrittura poetica: «A tavola/ per non parlare da sola/ ha parlato con le sue posate/ per tutta l’infanzia/ per tutta l’adolescenza/ con la signora Forchetta/ e suo marito il Coltello/per tutti i pranzi/e tutte le cene/ poi è diventata grande/ non ha più parlato all’acciaio inossidabile/ quasi più è tornata nel cassetto/ dei feroci bambini cucchiaini». </span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: small;">O ancora per un’altra italiana: Geraldina Colotti. L’autrice, a lungo incarcerata, ha all’attivo principalmente raccolte di poesie - ho personale predilezione per <i>Sparge rosas </i>(Manni, 2000), aperta dalla sarcastica “Traduzione”: «Sono un poeta/ in traduzione/ mi traducono/ in furgone» - ma con una delle rare incursioni nella letteratura giovanile ha offerto un romanzo bello e scomodo, <i>Il segreto </i>(Mondadori, 2003), troppo presto finito fuori catalogo (ora ripubblicato da Robin edizioni, 2012).</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: small;">Infine ci sono le scrittici amate per le loro opere per l’infanzia che hanno poi svelato un côté schiettamente poetico. Penso alla già citata Andruetto, la cui opera poetica è pressoché inedita in Italia. Penso a Ornella Pozzolo che dopo alcune riuscite scritture per bambini - ricordo <i>Anna senza confini</i> (Arka, 2002) e<i> Voglio essere una bambina delle fiabe</i> (Salani, 2003) - ha recentemente debuttato in poesia con la raccolta <i>Falene erotiche</i> (ExCogita, 2013): «Non rattristarti, amore/ se ogni tanto/ io non canto con te/ la stessa canzone». Penso innanzitutto a una delle migliori autrici italiane per l’infanzia: Giusi Quarenghi. Oltre a opere per giovani lettori, pure con alcune prove poetiche dedicate (si veda <i>E sulle case il cielo</i>, Topipittori, 2007) l’autrice ha pubblicato nel corso degli anni stordenti e commoventi raccolte di poesia: <i>Ho incontrato l'inverno</i> (Campanotto, 1999), <i>Nota di passaggio</i> (Book, 2001), <i>Tiramore</i> (Marsilio, 2006). Così a pagina 49 di <i>Tiramore</i>: «Imparo la notte a memoria/ nelle stanze di te che non torni/ poche righe per volta e daccapo/ perché l'aggiunta non/ perda quello che s'era fissato/ Leggo e rileggo/ il suo bianco spartito/ Di tempi silenti di tutti/ rubati». </span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><i>Questo articolo di Anselmo Roveda è stato pubblicato con il titolo</i> <b>Ad accostar poesia. Scrivere poesia e scrivere per l’infanzia: dalla canadese Margaret Atwood alla nostre Vivian Lamarque e Giusi Quarenghi. Una prima ricognizione sulla pratica di diversi linguaggi letterari in omaggio a Silvia Santirosi</b> <i>sulla rivista</i> "Andersen" [<a href="http://www.andersen.it/" target="_blank">andersen.it</a>]; n. 321, maggio 2014.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;">Era accompgnato dal box:</span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
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<b><span style="font-size: small;">Silvia Santirosi (1981-2014)</span></b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: small;">«Sono una donna/ a futuro indeterminato» con queste parole si apre <i>Istantanee</i> (EdiLet, 2008), la raccolta poetica pubblicata da Silvia. Me la promise a Montreuil 2009, me la donò a Bologna 2010. Iniziò a collaborare con “Andersen” nel 2009; si presentò allo stand della rivista, pochi mesi dopo era già in squadra con una collaborazione presto cresciuta nell'intensità e nelle uscite. Un'occasione bella, per noi - sempre propositiva, facilità di scrittura e analisi - e per lei - accreditarsi in un mondo non semplice. La voglia di inseguire i sogni l'ha poi portata a Parigi e le capacità, unite a determinazione dolce, l'hanno condotta, in breve tempo, a significativi risultati. Col trasferimento a Parigi, più difficile coinvolgerla nelle recensioni, la collaborazione diradò; ma continuavamo a sentirci, pure nei momenti di silenzio. La letteratura, illustrata e per l'infanzia, era la sua passione; alla quale si dedicava come giornalista, illustratrice e scrittrice. Dopo le iniziali collaborazione con “Le Conquiste del Lavoro”e “Il Mattino”, sono arrivate quelle con “Andersen” e “l'Unità” quindi con “L'Espresso” e il francese “dBd Magazine”; sul versante dell'illustrazione - le sue tavole corredano l'articolo - ha collaborato con riviste (“FilmMaker's Magazine”, “Loop”), partecipato a un paio di collettive e realizzato un'elegante copertina editoriale; come autrice ha pubblicato, oltre alle poesie su citate, due libri per bambini - <i>Capitan Barbabrizzola </i>(Anicia, 2012) e <i>Il treno</i> (OQO, 2012) - e almeno altri due sono, erano già, in preparazione per Kite, titoli provvisori <i>Chi sono</i> e <i>Dov’ero quando non c’ero</i>. Li aspettiamo; così che le parole, come dicevi e speravi, possano tenere un po' di compagnia. (a.r.)</span></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-44538084150338813872017-03-09T13:42:00.002+01:002017-03-09T13:44:24.639+01:00 Il volto e lo stigma <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-6iOki7o7EdM/WMFKKC3uwqI/AAAAAAAAA44/jkk6S_-sM6cifEmiKdc5U5O8X3ZqqN3ogCLcB/s1600/gwynplainedea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="250" src="https://1.bp.blogspot.com/-6iOki7o7EdM/WMFKKC3uwqI/AAAAAAAAA44/jkk6S_-sM6cifEmiKdc5U5O8X3ZqqN3ogCLcB/s320/gwynplainedea.jpg" width="320" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Il volto è l'unica parte di sé, del proprio corpo, che in questa porzione di mondo non si può celare, nascondere, camuffare o dissimulare tra tessuti. Nascondere il viso - con maschere vere e proprie o semplici foulard e caschi, poco importa - richiama immediatamente il disordine, il caos, la sovversione; tanto da essere colto come un chiaro segno di cattive intenzioni e di travisamento utile a tenersi fuori dal controllo sociale: così nei baccanali degli antichi e nei cortei carnascialeschi dei folli; così negli assalti alla diligenza dei banditi western, fazzoletto sul volto, o in quelli alle banche, maschere in lattice sulla faccia, celebrati anche dal cinema; così nelle manifestazioni politiche più violente degli anni '70 o nelle più recenti azioni, di varia ma comune natura antisociale, dei <i>casseurs</i>, delle <i>bandillas</i> o dei <i>black bloc</i>. Il volto non si nasconde, e farlo è considerato reato; in Italia in virtù dell'articolo 5, legge n. 152 del 22 maggio 1975 (“È vietato l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”) si rischia da uno a due anni di carcere e fino a duemila euro di ammenda. Le ansie da terrorismo internazionale degli ultimi tempi hanno riacceso il dibattito e consigliato in certi ambienti addirittura maggior severità; per contro la presenza di nuove sensibilità culturali e religiose, con l'aumento delle comunità di religione islamica dove il velo femminile è prescritto e atteso, ha indotto a interpretazioni più rispettose delle scelte di ciascuno. Certo, non senza strascichi polemici. Fatto sta che il volto non si nasconde e farlo è perlomeno indice di sospetto. Il viso va esibito (e non da ora, tempo di selfie and white teeth), ché rappresenta un elemento decisivo per la riuscita sociale: “mascella volitiva”, “occhi belli” (e varianti), “volto rassicurante”, sono solo tre indizi che testimoniano, nell'uso linguistico comune, l'importanza di avere una faccia “a posto”. E chi non la ha è (vorremmo dire: era) esposto allo stigma sociale. I volti discosti dalla norma e le deformità del viso, più o meno marcate, si portano appresso un immaginario antico e perdurante che ricaccia non solo chi ha il volto preteso per imperfetto, ma anche chi guarda quel volto, in una zona d'ombra; un'ombra pericolosamente scivolosa, appunto, verso lo stigma più becero: quello che associa imperfezione del corpo con imperfezione dell'anima. Di certo, l'elaborazione personale e il confronto con il contesto sociale divengono costanti di chi porta sul volto segni particolari, per nascita o accidente. La letteratura ne ha fatto tema e spunto per molte narrazioni, anche nelle recenti proposte per adolescenti e giovani adulti. Oltre a <i>Alicia faccia di mostro</i> di Brunialti, recensito sul numero scorso e oggetto dell'intervista di Rossella Caso qui a fianco, potremmo ricordare la fortunata serie <i>Wonder</i> della scrittrice R.J. Palacio, il cui primo e omonimo romanzo è stato incluso nella terna dei finalisti del Premio Andersen 2014 per la categoria libri per ragazzi oltre i 12 anni, o ancora il recente <i>Brucio</i> (2016) di Christian Frascella, recensito su questo stesso numero da Guido Affini. Come detto il tema, variamente declinato, non è nuovo in letteratura; si potrà tornare almeno alla storia di Gwynplaine, protagonista de <i>L'uomo che ride </i>(1869) di Victor Hugo; a quella di Mascarita, personaggio de <i>Il narratore ambulante</i> (1987) di Mario Vargas Llosa; o, per certi versi, a quella del capitano Fausto de <i>Il buio e il miele</i> (1969) di Giovanni Arpino.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">*</span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">dove l'ho scritto, la fonte: questo intervento è uscito sul numero corrente della rivista "<a href="http://www.andersen.it/" target="_blank">Andersen</a>", n. 340, marzo 2017</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">l'immagine: un fotogramma dal film <i>L'uomo che ride</i> (<span class="st">The Man Who Laughs, 1</span>928) di Paul Leni dall'omonimo romanzo di Victor Hugo (1869)</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">tracce: oltre ai libri indicati si potrà andare - almeno per Hugo e Arpino - a cercare le diverse trasposizioni cinematografiche, alcune che traggono solo suggestione dal tema; così come si potrà andare a cercare suggestioni e collegamenti in altre forme espressive o guardarne la ricaduta nell'immaginario e nelle produzioni culturali (pare che il Joker di Batman debba molto, certo nella resa visiva, all'interpretazione di Conrad Veidt nel film del 1928).</span>ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-8349242531147565552017-02-25T01:40:00.001+01:002017-02-25T01:40:44.170+01:00Marte arriviamo!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-w68bJP6t6W8/WLDQboKIv1I/AAAAAAAAA4g/ty64dOOENx4iKdlsDxl1u9i5ASE7GvJaACLcB/s1600/giostra_feb12_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-w68bJP6t6W8/WLDQboKIv1I/AAAAAAAAA4g/ty64dOOENx4iKdlsDxl1u9i5ASE7GvJaACLcB/s320/giostra_feb12_3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Cinque anni fa, nel numero di febbraio 2012, ussciva sul mensile per piccoli "La Giostra": <b>Marte arriviamo!</b>; un mio racconto di neve, gioco e viaggi spaziali (domestici!), con le illustrazioni di Virginie Vertonghen. Ne avevo parlato <a href="http://comeparole.blogspot.it/2012/02/marte-arriviamo.html" target="_blank">qui</a>. Quel brevissimo racconto, qualche immagine a colori tra quelle allora stampate e una serie di disegni di Virginie da scaricare e colorare sono disponibili al'indirizzo:</span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><a href="http://www.lagiostra.biz/book/export/html/989" target="_blank">http://www.lagiostra.biz/book/export/html/989 </a></span></div>
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<br />ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-28280300120126247302017-02-10T15:53:00.002+01:002017-07-05T02:07:10.804+02:00La spada di Isadora<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><i>Storia di Isadora, una fiaba di Anselmo Roveda</i></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br />C’era un uomo che di mestiere faceva il cavaliere, quando rimase senza cavallo non si disperò e cambiò occupazione. Iniziò a battere le più sperdute contrade cercando carcasse di coccodrillo. Quando le trovava le portava al mercato. Un giorno ne trovò una più pesante del solito, fu felice e si disse che al mercato quella pelle l’avrebbe venduta a caro prezzo. <br /><br />Al mercato il compratore, un impagliatore, si lamentò un po’ ma poi, per tre soldi d’argento e un seme magico di zucca, la comprò. <br />Arrivato alla sua bottega l’impagliatore scoprì che dentro la pancia del coccodrillo c’era l’impugnatura di una spada di re.<br />«Che accidenti me ne faccio io di un’impugnatura di spada di re!», disse e così dicendo lanciò il pezzo di ferro nella cenere del camino. A metà mattina Cesira, la donna che riordinava la bottega dell’impagliatore, trovò l’impugnatura nella cenere e disse:<br />«Che meraviglia! Chissà che giochi ci si potranno inventare i bambini!», e se la portò a casa.<br /><br />A casa di Cesira però né Giancarlo, il più grande, né Gianzuavo, il più piccolo dei maschi, e neppure Giandario, Gianenrico, Gianfredo, e tutti gli altri Gian messi al mondo si interessarono più di qualche minuto alla spada senza lama. Fu così che l’impugnatura finì nella mani di Isadora, l’unica femmina e la più piccola di casa. Quando Isadora brandiva l’impugnatura con la mano sinistra succedeva qualcosa di molto strano, di magico addirittura: una lama di fuoco spuntava nell’aria. La bimba giocava così ad accendere il fuoco sotto il latte e a terrorizzare i più prepotenti tra i suoi fratelli, ma la mamma non era contenta. Anzi. Diceva:<br />«Qui finisce che prendono la mia Isadora per una strega, bisogna far qualcosa, dovrò far sparire l’impugnatura… », poi però, per fortuna, se ne dimenticava, e così la bambina continuò a giocare con la sua spada di fuoco.<br /><br />E fu un bene, perché un certo giorno passò di lì il messaggero di un vicino regno:<br />«Gente! Ascoltate! Sua Maestà il Re del Paese di Là offre un tesoro d’oro e la mano di sua figlia la principessa a chi sarà in grado di sconfiggere il drago che è andato a vivere nella torre del Castello del paese di Là!»<br />Giancarlo che era in età da matrimonio disse: «Ci penso io! Sono il più forte» ma poi tornò indietro con il sedere bruciacchiato.<br />Giandario disse: «Ci penso io! Sono il più scaltro» ma poi tornò indietro con il sedere bruciacchiato.<br />E così fecero pure tutti gli altri Gian della Cesira: partiti a gran parole, tornati con gran bruciature. <br />Allora mentre rincasava, chiappe fumanti, Gianzuavo la giovane Isadora non disse nulla e partì, impugnatura in pugno, per il Paese di Là. Salì decisa sulla torre più alta del castello, quella dove il drago aveva fatto il nido, e dopo qualche minuto, ecco che il drago fugge via. Merito della spada di fuoco? O delle chiacchiere di Isadora? Fatto sta che adesso il Regno del Paese di là è libero.<br /><br />Suonano le trombe e rullano i tamburi, il re del Paese di Là fa chiamare nella sala del trono chi è stato capace di scacciare il drago. Le porte si aprono. Tutti si aspettano di veder un cavaliere alto e grosso e bello… e invece. E invece ecco entrare nella reggia una bambina bassa e piccola e bella a suo modo, pure un po’ cenciosa nelle vesti e moccicosa nel naso.<br />«Ehm… », deglutisce il re.<br />«Non si imbarazzi Sire, non cerchi parole. Tranquillo. Voglio solo il tesoro d’oro. Rinuncio volentieri alla mano della principessa, mica ho l’età da matrimonio. E poi sposare principi e principesse non va più di moda, ci si sposa con chi si ama mica con gli ammazzadraghi di passaggio, sennò poi non dura!»<br />«Ehm…», bofonchia il re, poi dato un colpo di tosse e ritrovato il contegno regale, annuncia: «Viva Isadora Scacciadraghi! Protettrice del Regno del Paese di Là! Riaccompagnatela a casa in corteo, di suonatori e cavalieri, e datele il tesoro d’oro!»<br /><br />E così senza neppur bisogno di fare a botte, sul regno calò una nuova piacevole notte. </span></div>
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<span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></span>
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<span style="font-family: inherit;"></span><span style="font-family: inherit;"><i>Questa storia è stata scritta come spunto e suggestione per il concorso letterario per ragazzi "Il Paese delle Fiabe" 2017, organizzato dal Comune di Serra Riccò (GE) per onorare la memoria e valorizzare l'opera della scrittrice Beatrice Solinas Donghi. Bando e informazioni sulla pagina delle <a href="http://www.comune.serraricco.ge.it/pagina9_biblioteca.html" target="_blank">Biblioteca della cittadina ligure</a>. Il racconto, nei materiali del bando è seguito da una nota utile agli insegnanti nel favorire la partecipazione dei loro alunni. Eccola:</i></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><u>Nota dell’autore – Storia di una spada: suggestioni per creare una fiaba:</u><br />In questa storia c’è un’impugnatura di spada, recuperata dentro la pancia di un coccodrillo. È, o forse potrebbe solo essere, quella stessa che il re senza regno ha dato in pasto al coccodrillo di guardia al castello d’alabastro nella fiaba “La porta che c’era e non c’era” di Beatrice Solinas Donghi (la prima del volume “Le fiabe incatenate”, Rizzoli 1967; poi, dopo la trasposizione tv con i pupazzi di Lidia Forlini, ERI Junior, 1979; ed infine più edizioni e ristampe, l’ultima nel 2003 per EL). <br />Ecco le fiabe funzionano così, da un dettaglio, da un particolare si può partire per inventare e costruire una nuova storia; già, con le storie si può giocare, si possono “incatenare” e “intrecciare” tra loro, proprio come piaceva a Beatrice Solinas Donghi. Io sono partito da lì: dalle fiabe dell’autrice. Ho quindi scelto di usare la lingua propria delle fiabe. La lingua delle fiabe è una lingua magica, dove tutto può accadere dentro al rigore del gioco di fantasia; dove tutto deve essere piacevole a leggersi e a dirsi e quindi filare dentro l’avventura; ma dove tutto, tranne gli errori linguistici, può capitare. Anche fare emergere personaggi e particolari per poi lasciarli a zonzo, senza un motivo apparente, senza che rientrino nel finale della storia. Ecco, quei personaggi e dettagli possono essere spunto per domande capaci di far nascere nuove e originali storie, da intrecciare e incatenare con l’avventura di Isadora e con le fiabe di Solinas Donghi. La fiaba che inventerete non deve essere necessariamente la continuazione o l’antefatto delle avventure d’Isadora, anzi. Potrà essere una storia nuova e libera, che abbia però fatto proprio un elemento della fiaba di Isadora. Personaggi e situazioni curiose da cui partire ce ne sono parecchie: c’è un cavaliere senza più cavallo (come, quando e perché l’avrà perso?); c’è un impagliatore che possiede semi magici di zucca e forse ha un caratteraccio; c’è Cesira con la sua tribù di figli, svogliati e presuntuosetti, che si chiamano tutti Gianqualcosa; ci sono (certo!) Isadora e l’impugnatura della spada, e forse quella magica tra le due è proprio la bambina; c’è un re impreparato ad affrontare un’eroina bambina; c’è un drago forse più pacioso di quanto ce lo si figuri; c’è pure una principessa tutta da inventare perché qui proprio non appare.</span><br />
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<span style="font-size: large;"><b>*</b></span></div>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-v7KkmuBWldk/WVwsopvOYBI/AAAAAAAAA6o/ZQfI1DEmJLUsTxA0W4nU2WRsrss7bDmwQCLcBGAs/s1600/solser.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="557" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-v7KkmuBWldk/WVwsopvOYBI/AAAAAAAAA6o/ZQfI1DEmJLUsTxA0W4nU2WRsrss7bDmwQCLcBGAs/s320/solser.jpg" width="185" /></a></div>
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<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="font-size: large;"><span style="font-size: small; text-align: justify;">"La spada di Isadora"</span></span></div>
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<span style="font-size: large;"><span style="font-size: small; text-align: justify;">è ora in apertura del volume</span></span></div>
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<span style="font-size: large;"><span style="font-size: small; text-align: justify;"><i>Il Paese delle Fiabe</i></span></span></div>
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<span style="font-size: large;"><span style="font-size: small; text-align: justify;"><i>antologia della II edizione</i></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-size: small; text-align: justify;"><i>del concorso letterario </i></span></span><i style="text-align: justify;">promosso dal Comune di Serra Ricco</i><span style="text-align: justify;">,</span></div>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="text-align: justify;">2017</span></div>
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ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-84266916462480792552017-02-07T10:11:00.004+01:002017-02-07T10:13:26.091+01:00Serra Riccò: il Paese delle Fiabe<div style="text-align: center;">
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-b7uwaEenm6k/WJmPCEwxFqI/AAAAAAAAA4U/QYDSEjvm1KAg26CWGDagpV0YzdUV-VOCQCK4B/s1600/images.jpeg" imageanchor="1"><img border="0" src="https://1.bp.blogspot.com/-b7uwaEenm6k/WJmPCEwxFqI/AAAAAAAAA4U/QYDSEjvm1KAg26CWGDagpV0YzdUV-VOCQCK4B/s400/images.jpeg" /></a> </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">COMUNE SERRA RICCO’ <br />CONCORSO LETTERARIO PER RAGAZZI <br />“PAESE DELLE FIABE” <br />ANNO SCOLASTICO 2016 - 2017 <br />Bando e Regolamento </span></div>
<div style="text-align: center;">
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<span style="font-family: inherit;"><br />PRESENTAZIONE </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br />Il Comune di Serra Riccò indice un Concorso letterario dal titolo “Il Paese delle <br />Fiabe” con le seguenti finalità: <br />• Promuovere la conoscenza, l’approfondimento e la divulgazione dell’opera letteraria di Beatrice Solinas Donghi, nata a Serra Riccò e cittadina onoraria del Comune; <br />• Valorizzare il lascito della scrittrice Beatrice Solinas Donghi conservato presso la Biblioteca Comunale Edoardo Firpo che comprende le opere appartenenti alla scrittrice interamente catalogate a cui si integrano effetti personali, appunti, lettere, riconoscimenti; <br />• Contribuire ad avvicinare i ragazzi al mondo della lettura e della scrittura, sollecitare la partecipazione diretta e attiva anche attraverso la visita dei locali allestiti per ricreare lo studio della scrittrice; <br />• Offrire la possibilità di espressione libera e autentica, che permetta di dare voce alla ricchezza interiore che ciascuno porta dentro di sé. <br />Questa edizione del Concorso letterario “Il Paese delle Fiabe” valorizzerà l’opera di Beatrice di Solinas Donghi e inviterà le ragazze e i ragazzi a entrare nel mondo della letteratura e della lettura attraverso la creazione di fiabe originali, giocando con la possibilità di “incatenare” e “intrecciare” tra loro i temi del fiabesco proprio come ha insegnato, insieme ad altri grandi maestri quali Rodari, Beatrice Solinas Donghi. Per inventare la propria fiaba da sottoporre al concorso i partecipanti potranno trarre un elemento dalla storia scritta per il Concorso dall’autore ospite di questa edizione: Anselmo Roveda, scrittore e giornalista - al suo “Fiabe liguri” (2007) Beatrice Solinas Donghi donò una preziosa introduzione – che ha creato a sua volta una fiaba traendo un elemento da una delle “Fiabe incatenate” dell’autrice nata a Serra Riccò. <br /> </span><br />
<span style="font-family: inherit;">DESTINATARI <br /> </span><br />
<span style="font-family: inherit;">Il concorso letterario dal titolo “Paese delle Fiabe” è articolato nelle seguenti sezioni: <br />• Scuola materna: bambini di età compresa tra 3 e 5 anni <br />• Scuola primaria: bambini di età compresa tra 6 e 10 anni <br />• Scuola secondaria di primo grado: ragazzi di età compresa tra 11 e 14 anni <br />In ciascuna sezione sarà possibile partecipare sia con elaborati individuali che collettivi. <br /> </span><br />
<span style="font-family: inherit;">REGOLAMENTO <br /><br />1. La partecipazione al concorso letterario dal titolo “Paese delle Fiabe” è completamente gratuita. <br /><br />2. I partecipanti dovranno inviare un testo in lingua italiana, inedito e mai pubblicato sul web, opera individuale o collettiva, riconducibile al genere della fiaba e che prenda spunto da uno <br /><br /><br />o più elementi contenuti nella fiaba “La spada di Isadora” di Anselmo Roveda, autore ospite d’onore della presente edizione, allegata al presente bando. <br /><br />3. L’opera dovrà avere una lunghezza minima di 3.000 battute spazi inclusi e massima di 9.000 battute spazi inclusi (3.000 battute spazi inclusi corrispondono circa a 1 facciata di foglio A4 con 30 righe di testo scritto in corpo 12). <br /><br />4. L’opera in concorso, corredata da un titolo e dall’indicazione dell’autore (individuale o collettivo) e della sezione a cui si intende partecipare, dovrà essere riportata in un file di testo (.doc oppure .rtf) e inviata esclusivamente via mail all’indirizzo concorsoletterario@comune.serraricco.ge.it entro martedì 28 febbraio 2017, allegando nella stessa mail anche il modulo di iscrizione e l’accordo di partecipazione, debitamente compilati. <br /><br />5. L’invio dei testi partecipanti al concorso implica altresì l’autorizzazione al Comune di Serra Riccò al trattamento ed alla conservazione dei dati personali forniti, essendo inteso che l’uso degli stessi è strettamente collegato al premio ed alle operazioni collegate, escludendo dunque l’utilizzo per finalità diverse da quella prevista. <br /><br />6. Una giuria, nominata dall’Assessore alla Cultura del Comune di Serra Riccò unitamente al Responsabile del Servizio Socio Culturale del Comune stesso, esaminerà gli elaborati giunti nel rispetto dei termini stabiliti e conformi al presente regolamento provvedendo con giudizio inappellabile a designare i vincitori per ciascuna sezione in gara. La giuria si riserva la facoltà di non assegnare premi alla categoria in cui tutti i materiali presentati risultino inadeguati e di assegnare riconoscimenti speciali. <br /><br />7. Non saranno comunicati giudizi per i racconti non classificati. <br /><br />8. Il racconto primo classificato in ogni sezione sarà pubblicato da casa editrice scelta dal Comune senza nessun onere da parte del/degli Autore/i. Il volume verrà edito, promosso e distribuito a livello nazionale. Inoltre l’autore/autori riceverà/ranno un premio in buoni spesa per materiale didattico di importo pari a 50 euro. <br /><br />9. La premiazione avrà luogo nel mese di maggio 2017 a Serra Riccò presso il Castello di San Cipriano a cui saranno invitati tutti i partecipanti a mezzo mail o consultando il sito istituzionale del Comune di Serra Riccò. Sarà gradita la partecipazione dei vincitori, degli insegnanti e delle classi di appartenenza. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">informazioni e testo "La spada di Isadora" di Anselmo Roveda alla pagina:</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><a href="http://www.comune.serraricco.ge.it/pagina9_biblioteca.html" target="_blank">http://www.comune.serraricco.ge.it/pagina9_biblioteca.html</a></span>ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-5003413384196345762017-01-31T16:21:00.003+01:002017-01-31T16:22:54.336+01:00Joan Bodon<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-oXjnLpEP_jU/WJCrJStaL-I/AAAAAAAAA38/OZD9CanjrgMkmLw2WvruqNaI6CVdsF8gwCLcB/s1600/joan_bodon.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-oXjnLpEP_jU/WJCrJStaL-I/AAAAAAAAA38/OZD9CanjrgMkmLw2WvruqNaI6CVdsF8gwCLcB/s320/joan_bodon.jpg" width="292" /></a></div>
<br />
<br />
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<span style="font-family: inherit;">“Dei libri ricavati dalle tesi di laurea si doveva tacere la provenienza”, scriveva Antonio Faeti, per canzonare e poi sovvertire l’idea in uso tra accademici, in apertura della sua prefazione a un volume della collana “Memorandum” tratto proprio da una ricerca di fine studi (Claudia Reggiani, <i>Il volo di un martin pescatore</i>, Einaudi Ragazzi/EL, Trieste 1998). Le tesi sono, possono essere, gemme preziose proprio perché permettono di indagare anche oltre il contingente, l’acclamato, il riconosciuto, permettono di mettersi in ascolto di remote e chiare voci ben lontano dal chiasso delle prime file, consentono di spingersi in territori poco battuti, fino ai margini apparenti. Anche quando non sono ancora libri. La tesi <b>«L'òme que èri ieu». Jean Boudou (1920-1975) e l'occitano come metafora</b> di Vincenzo Perez, è una di queste gemme preziose. Permette di incontrare e ragionare intorno all’opera di Joan Bodon (all’anagrafe francese Jean Boudou), uno degli scrittori più interessanti e importanti della letteratura in occitano del XX secolo. Autore di fiabe, narrativa e poesia, scelse la lingua del territorio per raccontare l’universale attraverso il particolare, fatto non solo dalla peculiarità della propria lingua (tanto antica e nobile negli usi letterari, fin dai trovatori, quanto marginale e in regressione nei tempi nei quali operò Bodon) ma anche dei temi e delle forme praticate; anche qui, a partire dalla poesia e dal recupero dei racconti tramandati fino ai romanzi storici, sempre guardando al margine non come ripiegamento ma come apertura all’universale, spazio di congiunzione più che limite anche nelle fatiche del vivere, del trovare senso, del perdersi a vagabondare. Per chi come me vive tra più idiomi, scegliendo di fare letteratura non solo in italiano ma anche in una lingua discosta – nel mio caso il genovese – proprio perché intima e quindi disponibile all’universale, leggere una tesi su Bodon è una bella occasione. Ne sono venuto a conoscenza grazie al n. 163 (genoier 2017) di <a href="http://www.chambradoc.it/novasDOccitania.page" target="_blank">Novàs d’Occitània</a> sul quale trovate anche le ragioni che hanno portato Vincenzo Perez a questa ricerca. La tesi invece è disponibile in linea su Occitanica - Mediatèca Enciclopedica Occitana all’indirizzo <a href="http://occitanica.eu/omeka/items/show/14386" target="_blank">http://occitanica.eu/omeka/items/show/14386</a></span></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-58273695974625791802017-01-20T15:45:00.002+01:002017-01-20T15:45:52.454+01:00Rafael Pombo<div style="text-align: justify;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/--Y-3jVOY32s/WIIg_pbfIuI/AAAAAAAAA3k/3yZUlaHj2cwOzyB4RtRcoKJMrEkWQZijQCLcB/s1600/cop_vech.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="318" src="https://1.bp.blogspot.com/--Y-3jVOY32s/WIIg_pbfIuI/AAAAAAAAA3k/3yZUlaHj2cwOzyB4RtRcoKJMrEkWQZijQCLcB/s320/cop_vech.jpg" width="320" /></a></div>
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<i>è uscito l'albo bilingue spagnolo-italiano </i><b>La pobre viejecita/La povera vecchietta</b><i>, un testo del colombiano Rafael Pombo (1833-1912) illustrato da Enrico Macchiavello, per le edizioni Egnatia; il volume, ho avuto il piacere di curarne l'edizione, ospita questa mia breve nota:</i></div>
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<span style="font-family: inherit;">Rafael Pombo (Bogotá, 1833-1912), è uno degli scrittori più importanti e amati della letteratura colombiana. Poeta e prosatore, è stato il principale esponente del romanticismo in Colombia e una delle più autorevoli figure della lirica romantica in lingua spagnola. Tuttavia nella storia letteraria del Sud America è maggiormente noto per il successo delle favole e dei racconti destinati all'infanzia, storie che hanno conservato intatta la loro freschezza e la cui popolarità arriva ai nostri giorni. Ancora oggi racconti come <i>El gato bandido</i>, <i>La pobre viejecita</i> o <i>Simón el Bobito</i> sono amatissimi - anche nelle loro successive e molteplici versioni musicate e animate - dai bambini latinoamericani. In Italia invece Pombo è pressoché inedito, il catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali non riporta risultati nel nostro idioma.<br />Pombo si appassionò presto alla letteratura e fin da adolescente compose versi e fece traduzioni dal greco, dal latino e dalle lingue a lui contemporanee; traduzioni che continuò tutta la vita. Nel 1846 entrò nel Colegio Mayor de Nuestra Señora del Rosario dove fece studi umanistici; poi si graduò in matematica e ingegneria presso il Colegio Militar, ma non esercitò mai come ingegnere. Iniziò invece a scrivere, anche sotto pseudonimo, e a viaggiare curando gli affari di famiglia a Popayán. Un'importante svolta nella sua vita avvenne nel 1855 quando arrivò a New York come segretario della legazione colombiana. Rimase negli Stati Uniti, con alcune brevi interruzioni (compresa una missione diplomatica in Costa Rica), fino al 1872, anno nel quale tornò definitivamente in Colombia, dove morì quaranta anni dopo da poeta celebrato. <br />Nei diciassette anni negli Stati Uniti visse, oltre che a New York, anche a Washington e Filadelfia, città dove ebbe mansioni di console. Furono anni importanti, diedero alla sua opera respiro internazionale e gli permisero di entrare in contato con scrittori e intellettuali come Gabriel García Tassara, Ralph Waldo Emerson, Henry Wadsworth Longfellow e William Cullen Bryant. <br />Pombo perse l'incarico di rappresentanza nel febbraio del 1862 quando l'ambasciatore Pedro Alcántara Herrán fu destituito, ma ormai era ben radicato negli ambienti nordamericani e decise di restare a New York dove lavorò alle sue opere e a testi scolastici. Iniziò a scrivere, tradurre e adattare testi per l'infanzia per conto dell'editore Appleton. I testi affidati a Pombo attingevano dal repertorio tradizionale anglosassone delle nursery rhymes e delle Mother Goose rhymes, collezioni anonime circolanti da secoli e solo successivamente sistematizzate da vari autori. Nelle iniziali intenzioni dell'editore quelle di Pombo dovevano quindi essere, con tutta probabilità, delle semplici traduzioni in spagnolo, ma quei testi surreali e sonori divennero nelle mani del poeta un gioco di riscrittura e invenzione. Nel 1867 uscirono <i>Cuentos pintados</i> e nel 1869 <i>Cuentos morales para niño formales</i>. Fu l'inizio di una fortuna perdurante. I testi di Pombo, infatti, sono fantasiosi e originali, anche quando non è difficile rintracciare i modelli inglesi di partenza: è il caso di<i> Simple Simon</i> che diventa <i>Simon el Bobito</i> o di <i>The Robber Kitten </i>che si trasforma in <i>El gato bandido</i>. Anche la nostra <i>La pobre viejecita</i> (uscita nella raccolta del 1867) ha ascendenze in quelle rime; la figura della vecchia strampalata, infatti, richiama quelle cantilene, varissime, che nel folklore infantile anglosassone iniziano con «There was an old woman...» o simili incipit. Storielle di certo note anche a Charles Dickens che nel suo <i>Tempi difficili </i>(Hard Times, 1854) scrive: «In short, it was the moral of the old nursery fable: There was an old woman, and what do you think? She lived upon nothing but victuals and drink; Victuals and drink were the whole of her diet, And yet this old woman would NEVER be quiet. Is it possible, I wonder, that there was any analogy between the case of the Coketown population and the case of the little Gradgrinds?» (In breve era la morale della vecchia filastrocca: C'era una vecchietta: sapete cosa faceva? Da mangiar e da bere in tavola metteva; Mangiare e bere erano tutta la sua dieta, Eppur la vecchietta non se ne stava mai quieta. Che ci sia qualche analogia, mi chiedo, fra il caso della popolazione di Coketown e il caso dei piccoli Gradgrind?).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-S753b7mc0PY/WIIhNxu6tjI/AAAAAAAAA3o/xzoDMKBop7s_oy7tXJ_TpV-PeeKIB52wgCLcB/s1600/Rafael_Pombo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-S753b7mc0PY/WIIhNxu6tjI/AAAAAAAAA3o/xzoDMKBop7s_oy7tXJ_TpV-PeeKIB52wgCLcB/s1600/Rafael_Pombo.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rafael Pombo</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L'editore, piccolo coraggioso e indipendente, ha distribuzione diretta, potete ordinare il volume nelle librerie o <a href="https://www.ibs.it/povera-vecchietta-pobre-viejecita-ediz-libro-rafael-pombo/e/9788898782079" target="_blank">online</a>.</i></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-55800910123500260502016-12-13T23:16:00.004+01:002016-12-13T23:21:22.424+01:00Un lupo in corsa<br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #202020; font-size: 16px; text-align: justify;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #202020; font-size: 16px; text-align: justify;"><br /></span></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #202020; font-size: 16px; text-align: justify;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-wXwMEuhG9-U/WFBzGovC-VI/AAAAAAAAA2E/3vqSqAhYeUQcLccZshtHG_hckeNOH1u_ACK4B/s1600/b5cee523-f2f8-409c-bc2e-fc880d706ebd.png" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-wXwMEuhG9-U/WFBzGovC-VI/AAAAAAAAA2E/3vqSqAhYeUQcLccZshtHG_hckeNOH1u_ACK4B/s320/b5cee523-f2f8-409c-bc2e-fc880d706ebd.png" width="274" /></a></span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #202020; font-size: 16px; text-align: justify;"><br /></span></span><span style="font-family: inherit;">Il mio libro per ragazzi (narrativa, +8) <b>L'ululato del lupo</b> (Coccole books, 2016) è tra i finalisti del <b>Premio Un Libro per l'Ambiente 2017</b> indetto da Legambiente e La Nuova Ecologia. Ora incontrerà le classi in giro per l'Italia, a maggio l'esito. <a href="https://coccolebooks.com/bookshop/lululato-del-lupo/" target="_blank">Qui la pagina dedicata al libro sul sito dell'editore.</a></span>ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-88375738757063056012016-10-20T14:52:00.000+02:002017-01-20T15:49:07.729+01:00Io no, ma il postino... (lui sì che trotta!)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-6K05BMQCysU/WAi9Lcuv9mI/AAAAAAAAA1M/SOF5uxo1YLMNZH9vjsCTXehGpbs1Jli4gCLcB/s1600/trad.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-6K05BMQCysU/WAi9Lcuv9mI/AAAAAAAAA1M/SOF5uxo1YLMNZH9vjsCTXehGpbs1Jli4gCLcB/s400/trad.jpg" width="355" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">In questi giorni che potevo – volevo, dovevo - essere a Francoforte (Buchmesse), Strasburgo (Premio Narrare la parità), Rozzano (Digital Readers) e a zonzo per incontrare lettori (Modena, Pistoia, Boves, Novi Ligure…) sono restato a casa. Giocoforza. Colpa (merito? forse dovevo fermarmi) della frattura e dei tempi che richiede. Ho dovuto trascurare la corrispondenza e rallentare la scrittura. Però il postino mi ha regalato delle soddisfazioni… Mi ha portato tre libri a cui ho avuto il piacere di dare parole italiane. E un quarto è arrivato da sé, senza neppure bisogno della posta. Eccoli qui. Pian piano ve ne racconterò. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Alice nel Paese delle Meraviglie. Nella tana del coniglio</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">[originale: Alice in Wonderland: down the rabbit hole; Charlesbridge, 2014]</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">di Lewis Carroll, riscrittura di Joe Rhatigan e Charles Nurnberg</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">illustrazioni di Eric Puybaret, testo italiano di Anselmo Roveda</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">Edizioni EDT - Giralangolo, 2016</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><b>L'isola del nonno</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">[originale: Grandad' Island; Simon & Schuster, 2015]</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">testo e illustrazioni di Benji Davies, testo italiano di Anselmo Roveda</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">Edizioni EDT - Giralangolo, 2016</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><b>La chabra de Monsú Seguin /La capra del signor Seguin</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">un racconto di Alphonse Daudet </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">illustrazioni di Stefania Vincenzi</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">edizione a cura di Anselmo Roveda</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">versione in occitano alpino di Caterina Ramonda</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">[edizione bilingue occitano-italiano]</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">Edizioni Egnatia, 2016</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Lunghicapelli</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">[originale: Longs Cheveux; Talents Hauts, 2010]</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">testo e illustrazioni di Benjamin Lacombe</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">traduzione di Anselmo Roveda</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">Edizioni EDT - Giralangolo, 2016</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-hNqTVMs46oE/WAi9Zb-xqRI/AAAAAAAAA1Q/Ian8vPW_-4M-9h-hL8tuEm5vqD5jfInjACLcB/s1600/cap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-hNqTVMs46oE/WAi9Zb-xqRI/AAAAAAAAA1Q/Ian8vPW_-4M-9h-hL8tuEm5vqD5jfInjACLcB/s400/cap.jpg" width="300" /></a></div>
<br />ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-82964166477559712832016-09-28T23:58:00.003+02:002016-09-29T00:16:20.677+02:00Tifo lupo<div style="text-align: justify;">
Qualche mese fa è uscito il mio <b>L’ululato del lupo</b> (Coccolebooks, 20016), una narrativa per giovani lettori nella quale si continuano le avventure del gruppo di bambine e bambini del quartiere Santa Brigida già protagonista de <i>L’ombra del lupo</i> (Coccolebooks, 2012). In entrambi i libri è chiara una cosa: sto dalla parte del lupo. Perché è un animale che fa parte della storia e dell’immaginario dell’uomo, non solo come spauracchio ma anche come simbolo selvatico di forza cura e riservatezza e, certo, in necessità, pure ferocia. Superfluo poi raccontarne qui le implicazioni e le interpretazioni nella fiabistica, nel folklore e nella letteratura (a maggior ragione in quella per l’infanzia). Insomma, sono stato (e continuo a stare) dalla parte del lupo da sempre e per molte ragioni; una parte presa, inutile nasconderlo per ragioni che, stringi stringi, potremmo dire sentimentali. Nutrite di immaginario e cultura. Dalla lupa capitolina in qua. Una posizione, lo so, da cittadino, non animalista (e neppure anticaccia) ma pur sempre cresciuto negli anni delle sensibilità ecologiche. Una posizione, quella della tutela di una specie così importante e così fragile, che immaginavo unanimemente condivisa, anche da chi vive in contesti montani e rurali e da chi si dedica ad attività pastorali. Quasi così, perché, poi, quello che ritenevo un <i>unanimemente</i> ho scoperto essere solo un <i>ampiamente</i>. Tra il primo e il secondo libro, anche a fronte di oggettivi episodi di attacco a greggi (percentuali risibili, ma reali), sono riemerse antiche paure e cresciuti movimenti contro la presenza del lupo in montagna. Soprattutto in quelle zone dove il lupo era scomparso da molti decenni (Francia in primis). Così mi è capitato, proprio mentre il secondo libro andava in stampa, di trovarmi a Barcelonnette (Alpi di Alta Provenza) e di constatare, nella bella libreria del posto, il numero crescente delle pubblicazioni anti-lupo, pure in forma di pamphlet e di instant book. Mi sono interrogato. E documentato. Oltre a pagine fitte, memorie più o meno alte, materiali grigi, atti di convegni e plichi vari di carta, tra le tante cose lette - pro e contro o solo di studio senza che i ricercatori sposassero ideologicamente (o sentimentalmente, come me) una posizione - ho scovato un articolo di sintesi, pacato, che analizza la questione per quel che è. Ha un paio di anni ma resta attuale (mi confermano gli amici che si occupano con continuità del tema) ed è <a href="http://ecologie.blog.lemonde.fr/2014/03/05/dix-verites-et-contre-verites-sur-le-loup/" target="_blank">qui</a> su "Le Monde". </div>
<div style="text-align: justify;">
Io continuo a stare dalla parte del lupo. <br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-n7Lf8V9a3jk/V-w-aBlfwKI/AAAAAAAAA0s/Z3gS9R9MxOEXVyPmjkmheczy_ZTipuMQwCLcB/s1600/cop_ulu.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-n7Lf8V9a3jk/V-w-aBlfwKI/AAAAAAAAA0s/Z3gS9R9MxOEXVyPmjkmheczy_ZTipuMQwCLcB/s320/cop_ulu.jpg" width="214" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b>L'ululato del lupo</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
illustrazioni di Ilaria Guarducci</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Coccolebooks, 2016</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://coccolebooks.com/bookshop/lululato-del-lupo/" target="_blank">>>></a></div>
<br /></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-16052110356900936732016-09-27T23:55:00.000+02:002016-09-27T23:56:15.171+02:00Poppy e il Lupo Sonnacchioso<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-BmPiUXmMloU/V-rpGvLQg_I/AAAAAAAAA0U/FTBeRAExQAIU7WiPILPHvqTRBQjbHVECgCLcB/s1600/ricker%2Bracker%2Bclub2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="242" src="https://4.bp.blogspot.com/-BmPiUXmMloU/V-rpGvLQg_I/AAAAAAAAA0U/FTBeRAExQAIU7WiPILPHvqTRBQjbHVECgCLcB/s400/ricker%2Bracker%2Bclub2.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Qualche giorno prima dell’estate è uscito <b>Ricker Racker Club</b> (EDT-Giralangolo); un albo illustrato, firmato da Patrick Guest e Nathaniel Eckstrom, al quale ho prestato le parole italiane. Dentro ci sono le strambe avventure, le piccole quotidianità e la festosa ridda di un gruppo di bambini alle prese con il poi non così temibile Lupo Sonnacchioso e con un ben più ostinato, ma presto sconfessato dalla realtà, luogo comune. Informazioni in più (</span><span style="font-family: inherit;"><a href="http://www.edt.it/ricker-racker-club-regole-infrante/" target="_blank">sito dell’editore</a></span><span style="font-family: inherit;">) e qualche recensione (<a href="http://www.scaffalebasso.it/ricker-racker-club/" target="_blank">Scaffale basso</a>, <a href="https://biblioragazziletture.wordpress.com/2016/06/27/ricker-racker-club/" target="_blank">Le letture di Biblioragazzi</a>, <a href="http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2016/09/26/ricker-racker-club/24669/" target="_blank">Linkiesta</a>, <a href="http://www.vitazerotre.com/2016/06/ricker-racker-club-p-guest-neckstrom.html" target="_blank">Vita a zero-tre</a>) le trovate in rete.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-zjz4b3Q3Mso/V-rpTqzGYbI/AAAAAAAAA0Y/Ifo6UxHgqlE6_8GsBb5y19nAz3TZtcRQgCLcB/s1600/ricker%2Bracker%2Bclub.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-zjz4b3Q3Mso/V-rpTqzGYbI/AAAAAAAAA0Y/Ifo6UxHgqlE6_8GsBb5y19nAz3TZtcRQgCLcB/s320/ricker%2Bracker%2Bclub.jpg" width="259" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b>Ricker Racker Club</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
testo di Patrick Guest</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
illustrazioni di Nathaniel Eckstrom</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
testo italiano di Anselmo Roveda</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
EDT-Giralangolo, Torino 2016</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-45079132066959060572016-09-26T01:48:00.001+02:002016-09-26T01:48:57.531+02:00Le ore di Idriss<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-oTKJiDqUIhM/V-hhx_AORCI/AAAAAAAAAz8/Q3Rp2Ih6baEhHH8pn3dUUeg5G3mTaH0DQCLcB/s1600/vb.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-oTKJiDqUIhM/V-hhx_AORCI/AAAAAAAAAz8/Q3Rp2Ih6baEhHH8pn3dUUeg5G3mTaH0DQCLcB/s320/vb.jpg" width="245" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sul numero 254 (september 2016) di "<a href="http://voguebambini.vfnetwork.it/" target="_blank">VOGUE bambini</a>" trovate un mio racconto: <i>Le ore di Idriss</i>. La rivista di Condé Nast ha distribuzione internazionale, oltre ad essere disponibile in formato digitale, pertanto il testo italiano è affiancato dalla sua traduzione inglese: <b>The hours of Idriss</b>. Buona lettura! Anche sotto cieli di Sahara, la storia è ambienta lì, o in camerette qatariote.</div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-26106764274245339502016-09-25T02:42:00.000+02:002016-09-26T22:37:01.645+02:00Mani in alto! (una sola, al momento)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-3dY1u5Vvnr0/V-cdRN_RF-I/AAAAAAAAAzk/v9BjyC5aOjULQv6FqIWPIoFuz36xm_vrgCLcB/s1600/hand.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-3dY1u5Vvnr0/V-cdRN_RF-I/AAAAAAAAAzk/v9BjyC5aOjULQv6FqIWPIoFuz36xm_vrgCLcB/s320/hand.jpg" width="214" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="color: #1d2129; font-family: inherit;"><span style="font-size: 14px;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="color: #1d2129; font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit; font-size: 14px;">Per casi fortuiti, a posteriori quasi divertenti, qualche giorno fa mi sono fratturato un prezioso arto destro (la foto, un autoscatto, ribalta e inganna), cosa che mi ha reso, secondo foglio di dimissioni, "operando". Già in settimana. E puntualmente già operato (è andata benone). Quindi portate pazienza, risponderò a mail e telefono parzialmente e lentamente ("più del solito?" sospireranno alcuni; sì, più del solito). Mi vedo altresì costretto a mancare i prossimi appuntamenti. Pertanto <u><b>sono annullati tutti gli incontri pubblici fino al 20 ottobre</b></u> (circa, vedremo), dove possibile saranno recuperati al più presto. Firmato: il Vostro Anselmo "Bones" Roveda </span></span></span></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-46629269588607413472016-09-08T15:47:00.000+02:002016-09-08T15:47:06.167+02:00Un'estate di lingue (senza malizia)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-g-JMY3uh4YI/V9Fri9ViuDI/AAAAAAAAAzU/h3bQZIAr5gcWBTzQfWwa8sdZ_608JryYwCLcB/s1600/lingue_ans.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-g-JMY3uh4YI/V9Fri9ViuDI/AAAAAAAAAzU/h3bQZIAr5gcWBTzQfWwa8sdZ_608JryYwCLcB/s320/lingue_ans.jpg" width="180" /></a></div>
<br />
<br />
<style>
<!--
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<br />
<span style="font-family: inherit;">È stata un'estate di lingue<br />(senza malizia)<br /></span><span style="font-family: inherit;">le solite scritture in italiano e in genovese [per il primo la rincorsa di due scadenze di consegna libri non ancora evase (acc!), per il secondo un racconto lungo un mese (nel post qui sotto), e un libro e un librino in arrivo]; il lavoro su un testo da portare in italiano dall'inglese [un albo, a breve, ssst! è ancora segreto...], la traduzione in inglese, fatta da altri, di un mio racconto [su un periodico internazionale, molto fashion]; la traduzione, sempre fatte da altri, in inglese, francese e polacco di mie riscritture di fiabe per una coedzione europea [un progettone]; una traduzione dal francese [anche qui albo in uscita, ssst!]; e soprattutto due curatele, ci tengo molto, da due letterature poco bazzicate, due piccoli classici, dallo spagnolo (di Colombia) e dall'occitano (di Provenza) [seguiranno dettagli]; e poi la cena badiota ad ascoltare ladino e i giorni in valle mia a carpire urbasco. E all'inizio dell'estate le vacanze a Eivissa, a nuotare e bere in catalano e spagnolo. E, certo, pure i giorni austriaci a non capire nulla di tedesco!</span>ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-85076736078674403812016-09-03T13:36:00.005+02:002016-09-03T13:36:46.957+02:00O cadaveo do Reixa [web replica]<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-Tgz-ENguw-U/V8q1OTd4GCI/AAAAAAAAAzE/319s4cPBLr4T1oD9qZqVZ1IdW8dT_HbLQCLcB/s1600/cop_reixa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-Tgz-ENguw-U/V8q1OTd4GCI/AAAAAAAAAzE/319s4cPBLr4T1oD9qZqVZ1IdW8dT_HbLQCLcB/s400/cop_reixa.jpg" title="" width="296" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Settimana scorsa, domenica 28 agosto, è uscita l'ulitma puntata del mio racconto in genovese apparso durante l'estate sul quotidiano "Il Secolo XIX" di Genova, quattro episodi illustrati da Matteo Anselmo. Dopo la pubblicazione cartacea il giornale ha reso disponibile in rete ogni puntata. Così <i>per chi l'ha visto e per chi non c'era</i> e per i tanti amici liguri che erano via durante l'estate e per quelli di altrove, dove non arriva il giornale, ecco una <b>web replica</b>, con i link a tutte le puntate. Buona lettura!</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">prima puntata (7 agosto 2016)<br /><a href="http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/08/07/ASbArpnD-attrova_misteiosa_assascin.shtml">http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/08/07/ASbArpnD-attrova_misteiosa_assascin.shtml</a><br /><br />seconda puntata (14 agosto 2016)<br /><a href="http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2016/08/14/ASBLmLtD-delitto_solucion_gambn.shtml">http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2016/08/14/ASBLmLtD-delitto_solucion_gambn.shtml</a><br /><br />terza puntata (21 agosto 2016)<br /><a href="http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2016/08/21/ASgiKpyD-dialoghi_giandon_conta.shtml">http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2016/08/21/ASgiKpyD-dialoghi_giandon_conta.shtml</a><br /><br />quarta e ultima puntata (28 agosto 2016)<br /><a href="http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2016/08/28/AS0NLe4D-delongo_segretta_antiga.shtml">http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2016/08/28/AS0NLe4D-delongo_segretta_antiga.shtml</a></span></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-30368098239412729392016-08-05T02:18:00.004+02:002016-08-05T02:20:08.670+02:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-bG8UKRM40TA/V6PbSJzeVXI/AAAAAAAAAys/D_1wI6HeLBQwrzw5GtHix3jE9Kw2D9KpQCLcB/s1600/poster_cadaveo_it.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-bG8UKRM40TA/V6PbSJzeVXI/AAAAAAAAAys/D_1wI6HeLBQwrzw5GtHix3jE9Kw2D9KpQCLcB/s400/poster_cadaveo_it.jpg" width="290" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-Ie5Er325Flk/V6Pa9nR7DGI/AAAAAAAAAyo/wn2UXmsn00EJEi5FrWn_Ytqb2Q0jBAZggCEw/s1600/poster_cadaveo_zen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-Ie5Er325Flk/V6Pa9nR7DGI/AAAAAAAAAyo/wn2UXmsn00EJEi5FrWn_Ytqb2Q0jBAZggCEw/s400/poster_cadaveo_zen.jpg" width="290" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<br />ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-59240319475637468562016-04-27T11:45:00.001+02:002016-04-27T11:45:53.291+02:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-O49gnP89TII/VyCJ_xu0TFI/AAAAAAAAAyY/n2oNcpOMo08FNyQvCYhI8AjUoRmYyvh5wCLcB/s1600/prossimamente.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-O49gnP89TII/VyCJ_xu0TFI/AAAAAAAAAyY/n2oNcpOMo08FNyQvCYhI8AjUoRmYyvh5wCLcB/s1600/prossimamente.jpg" /></a></div>
<br />ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-67390937953234121122016-04-23T15:39:00.000+02:002016-04-23T15:39:01.823+02:00Mai ciù<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/--1DqoqMA-6o/Vxt6pmq-BtI/AAAAAAAAAyE/XI3WyESGbVEzmABQSKcq-Or336u-8Z6FQCLcB/s1600/MAI_CIU_2016.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://4.bp.blogspot.com/--1DqoqMA-6o/Vxt6pmq-BtI/AAAAAAAAAyE/XI3WyESGbVEzmABQSKcq-Or336u-8Z6FQCLcB/s320/MAI_CIU_2016.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
Per la tutela dell'ambiente, per la tutela del mare, per la tutela del futuro,</div>
<div style="text-align: center;">
come nel 2002 in Galizia, oggi in Liguria bisogna dire: <b>Mai ciù!</b> Mai più!</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-vbZ58DKqvBY/Vxt60V_4nkI/AAAAAAAAAyI/lz8h5Goh0asrzn0r6O6-yDx_vMJDiCTBgCLcB/s1600/Nunca_Ma%25CC%2581is_Flag.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-vbZ58DKqvBY/Vxt60V_4nkI/AAAAAAAAAyI/lz8h5Goh0asrzn0r6O6-yDx_vMJDiCTBgCLcB/s320/Nunca_Ma%25CC%2581is_Flag.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-36455330231574210172016-03-24T23:24:00.003+01:002016-03-24T23:28:41.296+01:00Il pidocchio e la pulce<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">il 31 dicembre 2015</span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">è uscito</span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: inherit;"><b>Il pidocchio e la pulce</b></span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: inherit;"><b>O pigheuggio e a pruxa</b></span></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Aw5Bfk1-A5I/VvRoJfzuP_I/AAAAAAAAAx0/dn5zWnoolbIMiAvhJPKvKxsjLKxZHsA9g/s1600/promo_pruxa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Aw5Bfk1-A5I/VvRoJfzuP_I/AAAAAAAAAx0/dn5zWnoolbIMiAvhJPKvKxsjLKxZHsA9g/s320/promo_pruxa.jpg" width="192" /></a></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">un albo illustrato per bambini</span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">edizione bilingue italiano-genovese<br /><br />testo di Anselmo Roveda<br />illustrazioni di Fiammetta Capitelli<br />pp. 24, collana "Fiabe in viaggio" - Edizioni Egnatia, Genova 2015</span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /> </span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i><span style="font-family: inherit;">dal comunicato stampa</span></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><i>C'era una volta una pulce... e un pidocchio...</i> inizia così una delle più amate storie della tradizione ligure, qui presentata in forma di fiaba illustrata da giocare e mimare, per bambini dai 4 anni. L'antica <span style="font-family: inherit;">fiaba</span> è stata riscritta, in genovese e italiano, da Anselmo Roveda e illustrata da Fiammetta Capitelli, due artisti ai quali stanno a cuore la cultura e la lingua della Liguria. L'albo illustrato, stampato a dicembre 2015 e distribuito presso le migliori librerie, è uscito nella collana "Fiabe in viaggio" delle Edizioni Egnatia, giovane casa editrice genovese specializzata in volumi per l'infanzia (ma non solo) con testo bilingue. A fianco del testo italiano troverete, infatti, il testo genovese; un'occasione per far incontrare la lingua ligure anche ai più piccoli. Per facilitare la lettura ad alta voce e offrire ai genitori uno strumento per godere della lingua genovese in allegato all'albo troverete anche l'opuscolo "Leggere in genovese è facile!", con indicazioni sulla grafia utilizzata, semplice e chiara, che si rifà all'ortografia storica del genovese letterario ed è oggi utilizzata, ad esempio, dal quotidiano cittadino "Il Secolo XIX".</span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-8236943543392753682016-02-15T17:45:00.002+01:002016-02-15T17:45:46.179+01:00anselmoroveda.com<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-I2aJfQoeOsw/VsIAbDp7PUI/AAAAAAAAAxU/lfKD1WLspFo/s1600/k7_roveda.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-I2aJfQoeOsw/VsIAbDp7PUI/AAAAAAAAAxU/lfKD1WLspFo/s320/k7_roveda.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><a href="http://www.anselmoroveda.com/" target="_blank">vai al sito</a></span></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-44128035535140375042015-12-29T10:15:00.002+01:002015-12-29T10:15:29.208+01:00...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ecWD4bdLKY4/VoJPHPZgKeI/AAAAAAAAAwI/ZNOF80lZ87Q/s1600/buonefeste.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-ecWD4bdLKY4/VoJPHPZgKeI/AAAAAAAAAwI/ZNOF80lZ87Q/s400/buonefeste.jpg" width="282" /></a></div>
<br />ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7970108453629733333.post-49984359435147642192015-11-15T03:16:00.001+01:002015-11-15T18:44:57.724+01:00Paris<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-iZMLI27Kxf4/VkfpiI6tTPI/AAAAAAAAAv4/eyN3hkMB4aI/s1600/genes.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-iZMLI27Kxf4/VkfpiI6tTPI/AAAAAAAAAv4/eyN3hkMB4aI/s400/genes.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Un capodanno a Parigi. Notte tra il 1996 e il 1997, lungo la Senna si era abbondantemente sotto lo zero, la città ghiacciata la festeggiammo poco, preferimmo rifugiarci in un locale alla Bastiglia al quale eravamo affezionati, tutti trovammo caldo e qualcuno l'amore di una sera. Di quei giorni ricordo la nostra amicizia in una città in agitazione, per l'emergenza clochard - bisognava trovare modo che non assiderassero - e per la striscia di attentati che dall'estate 1995 scuoteva la Francia. L'ultimo poche settimane prima della nostra partenza: "Due morti, ventotto feriti gravi e una cinquantina di feriti leggeri è il primo bilancio di un'esplosione criminale che s'è prodotta, poco dopo le sei del pomeriggio, all'interno di un convoglio in sosta nella stazione di Port-Royal, non lontano da Montparnasse", scriveva il Corriere della Sera il 4 dicembre 1996. Le stazioni della Metro presidiate da uomini dell'Armée, i cestini della nettezza urbana sigillati per evitare che vi fossero depositati ordigni esplosivi. Questo ricordo. Oltre alle visite ai centri per SDF, agli improbabili cappottoni rimediati al mercato di Barbès e alle serate a zonzo per l'XIe. Non era la prima volta a Parigi e molte altre sono seguite, per piacere e per lavoro. Anche con tempi più lunghi e più significativi. Eppure l'altra sera, davanti a France 24, di fronte all'orrore del 13 novembre 2015, in quella che doveva essere la giornata mondiale della gentilezza ed è diventata una nuova notte di barbarie mi è tornato in mente quel Capodanno. Monique e il Mégalo, il bar dove facemmo tana. Ho pensato o forse ho avuto solo la scossa irrazionale di un brivido prolungato; ho sentito il chiasso della festa farsi rumore di terrore; ho immaginato palpabile l'inattesa improvvisa discesa nella paura, la morte che entra a caso nei destini altrimenti sognati di donne e uomini usciti una sera per ballare, bere, festeggiare la vita, in un qualsiasi venerdì, senza neppure la scusa del Capodanno. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
ahttp://www.blogger.com/profile/03582130390703378136noreply@blogger.com0