Li pastre/ I pastori
di Frederic Mistral
edizione bilingue italiano-occitano a cura di Anselmo Roveda
illustrazioni di Sandro Natalini e Agnese Baruzzi
Edizioni Coccole e Caccole 2010
Questo breve e divertente racconto popolare, una "facezia", è stato
scritto da Frédéric Mistral e pubblicato per la prima volta nel 1889 su
Armana Provençau (Almanacco Provenzale). L'autore ha scritto questo
racconto in provenzale ovvero in lingua d'oc o lingua occitana.
L'occitano è la lingua che usavano i poeti, quelli che chiamiamo
"trovatori", all'inizio della letteratura europea nel secolo XI. Ma è
anche la lingua che, con i suoi tanti dialetti, è parlata ancora oggi in
tutto il sud della Francia, in molte valli alpine del Piemonte, in una
valle dei Pirenei in Spagna e nella città di Guardia Piemontese in
Calabria.
Una nota:
A proposito de "Li pastre" (1889) di Frédéric Mistral
Nel 1926 a Parigi presso le edizioni di Bernard Grasset, uffici al 61 di rue des Saints-Pères, esce "Prose d'Almanach", un libro di scritti di Frédéric Mistral (1830-1914).
Lo scrittore, Premio Nobel nel 1904, è scomparso da oltre dieci anni e l'editore precisa in frontespizio che queste "Œuvres inédites de Fredéric Mistral" vengono "publièes sous la haute direction de Madame Frédéric Mistral avec traduction française de Pierre Devoluy".
Il traduttore francese è anche autore dell'Avant-propos del libro, Devoluy qui sottolinea come Mistral in vita abbia pubblicato in volume solo le opere maggiori. Restano quindi, a suo avviso, da pubblicare quattro gruppi di scritti:
- i racconti e le facezie popolari (le cascarelettes), proprie del genio della gente del Midi, usciti su Armana Provençau, l'annuario del Felibrige (il movimento culturale che a metà Ottocento farà rinascere la lingua provenzale ricollegandola alla tradizione letteraria occitana nata nell'XI secolo con i trovatori);
- i versi non compresi nelle raccolte "Lis isclo d’or" (1875) e "Lis Oulivado" (1912);
- i discorsi e gli scritti teorici; ed infine
- le poesie e prose leggere che Mistral chiamava collettivamente: Mi rapugo.
Editore e traduttore iniziano a pubblicare il primo gruppo proponendo - nell'originale provenzale con traduzione a fronte in francese - una cinquantina (52) di racconti usciti originariamente su Armana Provençau (Almanacco Provenzale); tra i testi scelti c'è anche "Li pastre" (I pastori), una divertente facezia popolare a tema, o meglio a pretesto, natalizio.
Il vecchio Ferland, un pastore del Gres (territorio a nord di Arles, la città tanto amata da Mistral), si trova citato in giudizio per questioni di pascolo. Per difendersi - e difendere la categoria - ricorda come i pastori siano stati i primi ad accorrere in occasione della nascita di Gesù, non è quindi un caso che abbiamo un posto di rilievo nel presepe, cosa che certo non possono vantare i giudici.
Un racconto arguto e divertente, semplice e popolare pubblicato originariamente nell'edizione 1889 dell'Almanacco Provenzale. Nell'edizione Grasset del 1926, in mio possesso, rispetto all'originale del 1889 (consultato grazie alla digitalizzazione effettuata dall'Università di Toronto, Canada) vi sono due minime omissioni e un refuso. Nel primo caso, omissioni, si tratta di un inciso - "se raubon uno galino" - e di una parola - "beu" - utile a rafforzare il parlato provenzale popolare, ripristino entrambi. Nel secondo, il refuso, correggo Noste-Segne con l'originale Noste-Segnour. Per il resto seguo l'edizione Grasset, più precisa e ordinata, seppur sovrabbondante, per quel che concerne la punteggiatura. Di questo testo feci una traduzione nel 2002 per una strenna natalizia in 25 copie, insomma un'edizione inter amicos. Si trattava di un traduzione letterale. In questa occasione ho rimesso mano alla traduzione sciogliendo alcune forme popolari con minore rigore ma maggiore, spero, fluidità narrativa.
1 commento:
Bellissimo libro, bravissima la baruzzi!
Posta un commento