mercoledì 20 novembre 2013

I diritti naturali di bimbe e bimbe


 
1
IL DIRITTO ALL'OZIO
 a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti

2
 IL DIRITTO A SPORCARSI
 a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti

3
IL DIRITTO AGLI ODORI
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura

4
IL DIRITTO AL DIALOGO
ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare

5
IL DIRITTO ALL'USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare,
incollare, plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco

6
IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura

7
IL DIRITTO ALLA STRADA
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade

8
IL DIRITTO AL SELVAGGIO
 a costruire un rifugio-gioco nei boschetti,
ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi

9
 IL DIRITTO AL SILENZIO
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua

10
IL DIRITTO ALLE SFUMATURE
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle

Gianfranco Zavalloni




in 100 lingue qui
in genovese qui 

sito


lunedì 18 novembre 2013

Jacques II de Chabannes e il posto dei libri






quelli digitali in rete
quelli di carta sugli scaffali

Lunedì e questioni di coerenza


Sul blog dedicato al Dottor Cattivelli al momento di consigliare la lettura dico più o meno così:


il libro si può acquistare in Italia
nelle librerie indipendenti,

ad esempio in quelle per ragazzi dei circuiti
http://coordinamentolibrerieragazzi.blogspot.it/
http://librerieindipendentiragazzi.com/
http://cleio.it/,

in tante altre librerie (distribuzione PDE),

oppure in quelle di catena 
e, se sei impossibilitato a muoverti o vivi all’estero,
nei siti di e-commerce librario
X X X X X
In Svizzera
lo trovi nelle librerie del Canton Ticino
X

Se lo vuoi leggere prendendolo in prestito
in una biblioteca di pubblica lettura

se poi la tua biblioteca non lo ha ancora
puoi richiedere che venga inserito nella lista dei libri desiderati dagli utenti del servizio
così che possa essere acquistato e messo in prestito


In modo non molto diverso sul mio sito, la pagina dedicata è più antica e andrà aggiornata, dicevo cose analoghe. 

Così, per coerenza. Un lunedì.

venerdì 15 novembre 2013

Questioni di coerenza


Qualche giorno fa, da questo blog [qui], me la prendevo con i “confusi nocivi” ovvero con la varia e talvolta inattesa serie di professionisti della filiera del libro e di volontari (o quasi) volenterosi promotori del libro e della lettura – con riferimento alla letteratura per l’infanzia in primis - che, a  dirla scherzosa, si nutrono di cibi bio km 0, indossano fibre naturali prodotte in circuiti equosolidali, si muovono in bicicletta, declamano alti discorsi ma che poi non fanno una piega di fronte alle filiere produttive e distributive dei loro amati libri. A dirla seria: anche i libri sono un prodotto, culturale certo, ma pur sempre prodotto e quindi tirano in ballo ciò che con la produzione è connesso: diritti del lavoro (d’autore compreso), sostenibilità economica dei territori e delle filiere, tutela dell’ambiente. Etc. Lo dicevo solo per invitare a coerenza. Poi ciascuno scelga, col giusto grado di consapevolezza e assunzione di responsabilità.
A margine c’era poi un discorso su autoproduzione e selfpublishing (prometto un prossimo approfondimento su semantica, politica e contemporaneità in editoria). Fin qui sull’editoria tradizionale, e su quella tutta fisica per bambini e ragazzi a maggior ragione. I discorsi sull’editoria in generale e digitale in particolare sono più complessi e scivolosi. Li ho affrontati sulla carta in altre occasioni.
Bene, oggi vi consiglio una lettura. Giusto perché sia chiaro che le riflessioni critiche sulla produzione di contenuti narrativi oggi sono complesse e esigono sguardi diversi, e le posizioni non possono essere definitive, assolute e tantomeno antitecnologiche. Si tratta di un post di Alessandro Girola; un autore, autopubblicato e autodistribuito, di ebook che del salto della filiera ha fatto scelta motivata, sensata e consapevole. L’ha fatto, immagino per una questione di accessibilità ad un pubblico più vasto e di semplicità della gestione dell’immissione e gestione dei contenuti, attraverso Amazon. Ora Amazon può piacere o meno, esistono alternative più vicine al sentire di altre sensibilità. Così come esistono modi diversi di fare autopubblicazione, più vicini all’idea di raggiungere direttamente lettori smarcandosi in modo netto da filiere commerciali. Questione di gusti e di coerenza, come sempre. Resta il fatto che nel link che vi consiglio [qui] la coerenza e la consapevolezza ci sono, condivisibili o meno. E fanno riflettere sulla possibilità di fare narrativa, quella in particolare, in altri modi. A me è piaciuto per schietta trasparente e genuina linearità. Mi garba la coerenza.

mercoledì 13 novembre 2013

Le contraddizioni, forse inconsapevoli ma per certo nocive


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Lo vado ripetendo da un po’. Sempre più ritengo che parte – minima magari o forse no - della crisi dell’editoria italiana, dell’insostenibilità economica del fare cultura e informazione, dell’inefficacia della promozione della lettura e dei saperi, e finanche del disorientamento etico e politico di quella porzione di società che ha cura di libri e età evolutiva, abbia  a che fare non solo, e non soltanto, con la crisi globale o con le ragioni analizzabili di contesto. No, non solo. Parte di questa responsabilità sta nella confusione di molti adulti (amateur e professionisti) intorno a questi temi e questi tempi. Serve un po’ di studio e consapevolezza. Di certo – saltate le categorie note – ci vuole un po’ di riposizionamento etico, un’assunzione di responsabilità. Un minimo di coerenza. Sempre ammesso che si voglia insistere su alcune questioni sbandierate di continuo. Già. Ecco a me viene da sbottare – ancor prima che provare a ragionare – quando continuo a sentire attribuzioni di valore a cose come: qualità delle proposte, sostenibilità delle filiere territoriali e etiche (tipografie, carte, certificazioni), importanza della rete di librerie indipendenti (posti lavoro e competenze), importanza delle biblioteche pubbliche (civiche e scolastiche), valore della media e piccola editoria indipendente (e in generale dell’imprenditoria indipendente della filiera), valore delle riviste indipendenti, diritti dei lavoratori della stampa tipografica, della cultura e dell’informazione, diritti d’autore, impatto ambientale (ancora carte e certificazioni, ma anche lavoro e trasporti), e – non ultima (anzi, dovrebbe essere summa e fine) – capacità di educare e educarsi a scelte critiche e autonome. Perché sbotto? Perché io tifo e credo in queste cose. E sembrerebbe di essere in ottima compagnia, almeno a girare per l’Italia. Poi però scovi quelle stesse persone immerse in filiere di un mondo al contrario (rispetto almeno al senso e alle dichiarazioni di senso appena esposte). Una filiera che funziona più o meno così: one-man-band nascosti dietro a pavidi disclaimer (“… in ottemperanza alla legge n.62 del 7/3/2001… bla… bla…) e zuccherosi ammiccamenti contenutistici (sempre più strutturati con “rubriche” e “collaboratori”, giocando a fare i giornali, intanto pure quelli ormai non pagano) linkano, dietro contentino percentuale, ai maggiori siti di e-commerce per farti comprare scontato, come altrove non troveresti, il tal libro stampato dall’altra parte del mondo, abbattendo foreste e diritti, e che dall’altra parte del mondo arriva attraversando oceani su navi da oltre 10000 TEU (e conseguente gasolio). Per carità la progettazione è italiana, affidata a editor precari visto che la filiera non si regge. Et voilà in un sol colpo via tipografi, librai, bibliotecari, editori coraggiosi, editor, autori, critici, alberi e pesci. Ecco io sbotto se anche solo un pezzo di questa filiera al contrario è composto da chi poi vanta l’utilizzo di cibi bio a km 0, capi di vestiario in fibre naturali del commercio equo e l’uso della bici per il trasporto urbano. Basta intendersi. Non sto parlando di chi in modo genuino punta sulla modernità convinto dell’opportunità di saltare passaggi ovvero del mondo delle autoproduzioni per capirci (che è peraltro diverso da quello del selfpublishing, le parole sono importanti e contengono semantica politica). Quelli hanno tutta la mia stima. No, parlo dei confusi, forse inconsapevoli, ma per certo nocivi

sabato 9 novembre 2013

Lo schianto

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un racconto per adulti brevissimo scritto il 9 novembre 2013
in previsione della caduta sulla Terra del satellite
Goce dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA),
prevista tra il 10 e l'11 novembre,
i giornali intanto titolano
"Potrebbe colpire anche l'Italia"

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