giovedì 26 novembre 2009

venerdì 16 ottobre 2009

Nuovo libro: Il sofà di Bamako


E' uscito Il sofà di Bamako (Edizioni Coccole e caccole), un nuovo albo illustrato.
Autori: Anselmo Roveda e Stefania Vincenzi. Ci sono mie parole ma nel progetto la 'quota di maggioranza' spetta a Stefania. Il volume - oltre ad avere le sue illustrazioni - è infatti nato da un'idea di Stefania. Illustratrice professionista e mamma adottiva, mi ha voluto come compagno di viaggio narrativo proprio per raccontare una storia sull’arrivo a casa di un nuovo gradito ospite: un bambino in adozione. Il nuovo arrivo cambia gli equilibri tra la gatta di casa e i suoi “padroni” ora novelli genitori. Così in sogno, o forse no, la gatta cerca anche per sé un nuovo divano dove accoccolarsi e con sorpresa lo troverà proprio nel luogo da dove proviene il bimbo: Bamako, Mali, Africa.

PRIME PRESENTAZIONI:
TORINO, 14 novembre, Libreria dei ragazzi
GENOVA, 09 dicembre, Museo Luzzati

venerdì 2 ottobre 2009

Oktober[BOOK]fest

l'altro giorno...

l'altro giorno cercavo in rete i cappuccetti colorati di Munari per ritrovare un dato, l'altro giorno cercavo il pop-up Scia, l'altro giorno cercavo un decreto legislativo sull'olio di oliva (vabbè, faccio 'sto tipo di ricerche); oggi il banner pubblicitario dentro il mio account di posta si affanna a propormi quei libri e dell'olio: aiuto!

sabato 1 agosto 2009

Frogs & others animals on the blue Danube
Vacanza e libri: rane sul Danubio blu


Vacanze, si parte... buona estate

COMUNICATO STAMPA

Frogs & others animals on the blue Danube, un tour di vacanza e libri.
Dal 2 all'11 agosto in tre tappe lungo il Danubio - Budapest, Bratislava e Vienna - lo scrittore Anselmo Roveda 'libererà' copie del libro "E la rana come fa? Kero kero, cruà, cruà" (Sinnos Editrice, Roma 2007; lettura: dai 5 anni)

GENOVA, 29 LUGLIO 2009 - Lo scrittore Anselmo Roveda parte per le vacanze con un'idea bizzarra in testa: 'liberare' gli animali del suo libro E la rana come fa? Kero kero, cruà, cruà (illustrazioni di Paolo Domeniconi, pp. 48, euro 8,50, Sinnos Editrice, Roma 2007; lettura: dai 5 anni) in tre capitali europee, lungo il corso del Danubio: Budapest, Bratislava e Vienna.

Attraverso una filastrocca di Roveda e i disegni di Paolo Domeniconi il libro, uscito a dicembre 2007, racconta ai bambini e agli adulti capaci di stupirsi una cosa curiosa e poco nota: ogni lingua, ogni paese ha attribuito un proprio particolare verso agli animali. Insomma, se il gallo nostrano fa chicchirichì, quello inglese fa cook-a-doodle-do e quello francese cocoricò. Un modo divertente e giocoso per far conoscere la differenza e la ricchezza delle culture, un primo approccio alle tematiche interculturali.

Dopo la presentazione a Roma, in questo anno e mezzo il libro è stato proposto - anche nella versione d'animazione teatrale Amnesia animale - nei principali festival letterari e saloni del libro italiani oltre che in numerosi incontri nelle scuole, nelle librerie e nelle biblioteche. Tra le città toccate Milano, Torino, Bologna, Genova, Cagliari, Parma, Siena, Cesenatico, Bra, Ostuni e tante altre. Il libro, oltre ad essere incluso in molte bibliografie per i più piccoli, nel 2009 ha ricevuto una Menzione Speciale al Premio delle Palme - Primavera del Libro di San Vito dei Normanni (BR).

In occasione dell'estate 2009 è nata l'idea dell'iniziativa Frogs & others animals on the blue Danube, un tour di vacanza e libri. Dal 2 all'11 agosto in tre tappe lungo il Danubio - Budapest, Bratislava e Vienna - lo scrittore Anselmo Roveda, tra un museo e uno spuntino, 'libererà' secondo la filosofia del bookcrossing alcune copie di E la rana come fa?

Con un'unica differenza: in ogni volume sarà inserita una scheda - in inglese - con l'invito a spedire, all'indirizzo e-mail dell'autore, i versi degli animali nella propria lingua: ungherese, slovacco, tedesco...

venerdì 26 giugno 2009

A ritroso: 28 marzo
San Maurizio Canavese, Caccia all'autore



Che giornata divertente! Nonostante la pioggia.
Sul sito del Comune di San Maurizio Canavese (TO) scrivono:

Non è stata certo la pioggia a fermare sabato 28 marzo, la prima riuscitissima edizione di “Caccia all’autore”, iniziativa organizzata dalla Biblioteca Civica di San Maurizio.
Come già accaduto per le tre edizioni di “Caccia al libro”, ancora una volta le strade del paese si sono animate grazie all’allegra presenza di quattro gruppi di genitori e bambini che festosamente hanno cercato, grazie alla simpatica collaborazione dei negozianti che di volta in volta fornivano i vari indizi, l’autore misterioso ‘nascosto’ nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di San Maurizio Canavese.
Molta la sorpresa e l’emozione dei circa 100 partecipanti, nel trovarsi di fronte, al termine delle varie tappe d’avvicinamento, Anselmo Roveda in carne e ossa, autore di tanti libri e storie lette in biblioteca in queste settimane durante l’ora della lettura del sabato mattina.
Dopo il ritrovamento dello scrittore, le 4 squadre, capitanate da Anselmo Roveda, si sono incamminate verso il salone del Flauto di Pan per l’ultima parte del pomeriggio, in cui i bambini si sono scatenati rivolgendo molte domande all’autore:
“Quanto ci mette uno scrittore a fare una storia?” oppure “da dove ti viene l’idea per i tuoi personaggi?” sono tra le curiosità maggiormente richieste dai bambini.
Dopo la lettura di qualche nuova storia e una ricca merenda, il pomeriggio si è chiuso con il saluto della bibliotecaria a tutti i presenti e un ringraziamento particolare ad Anna Parola della Libreria dei ragazzi di Torino che ha reso possibile i contatti con lo scrittore, e ad Anselmo Roveda per la disponibilità e simpatia dimostrata. Un grazie particolare inoltre ai volontari della Protezione Civile che hanno garantito per tutto lo svolgimento dell’appuntamento, la necessaria sicurezza degli spostamenti dei gruppi.

(fonte)

giovedì 25 giugno 2009

'Paladin' di Etienne Zerah

(C) Etienne Zerah - Sneaker Saint

Il 24 giugno, nell'ambito del Genova Pride 2009, abbiamo presentato con la gallerista Viola Gailli la mostra 'Paladin' dell'artista visivo Etienne Zerah. La mostra ha due sedi espositive la galleria A modo mio e la galleria Violabox, in quest'ultimo spazio ci sono le opere più recenti. Per l'incontro pubblico ho scritto una breve nota.

Sguardo su ‘Paladin’ di Etienne Zerah
di Anselmo Roveda

Nel mio lavoro mi occupo di narrazioni. E quindi essenzialmente di parole, dette e scritte. Ma è proprio nel lavoro della cronaca e della critica letteraria che devo mettermi, occupandomi sovente di albi illustrati, a guardare e leggere immagini. Figure, come le chiama Antonio Faeti. Cogliendo l’indipendenza – eppure il legame indissolubile - della narrazione per immagini da quella per parole. Un altro linguaggio, che oggi, nella contemporaneità – dopo tante immagini didascaliche - non chiosa o spiega ma semplicemente e meglio ‘racconta’ pienamente, parallelamente, fianco a fianco ma – come detto all’inizio – indipendentemente. Una forza, quella del narrare e suggestionare per immagini, tale che sempre più spesso anche nei libri si sperimenta l’assenza della parola. Esempio alto e recente è il Robinson Crusoe (Media Vaca, Valencia 2008) solo per immagini realizzato dall’artista Ajubel. Libro insignito del Bologna Award 2009.

Di fronte all’opera di Etienne Zerah arrivo però disarmato dei miei soliti, confidenziali, amati strumenti critici legati alla lingua e alla parola. Qui siamo nel visivo. Puro. Esclusivo. Esplicito. E arrivare disarmati è un vantaggio. Ci si può lasciare sorprendere dall’opera.

Etienne Zerah arriva da studi artistici formali e da un percorso passato giocoforza dalla pittura, ma la scelta – ormai data e consolidata – della propria forma espressiva arriva con la fotografia, con la composizione fotografica. Zerah non usa la macchina fotografica in modo esclusivo, rendendo ipertecnicistico il suo impiego o esaltando il risultato puro dello sviluppo; la utilizza invece e piuttosto come strumento, sì tecnico, ma preliminare. Non è per lui un tabù intervenire a posteriori col fotoritocco a computer, anzi è prassi della creazione artistica. La macchina fotografica quindi come strumento tecnico che offre la possibilità di fissare una scena. Alcuni scatti paiono le pose dei divi teatrali nelle cartoline d’inizio Novecento o le pose di studio dell’illustratore salgariano Alberto Della Valle che prima di mettersi a dipingere costringeva famigliari e modelli a interpretare arrembaggi e lotte con tigri e orsi (immaginari, ça va sans dire), il suo lavoro è stato indagato dalla storica dell’illustrazione Paola Pallottino in L’occhio della tigre (Sellerio, Palermo 1994).

E poi c’è, oltre lo scatto, quello che conta: la composizione. A computer. Soprattutto quella. Dettagli, sfondi, ritocchi, colori. Con uno sguardo che pur restando d’insieme talvolta si declina nel lavorio pixel per pixel a incidere sulla composizione finale, in modo non dissimile dallo scultore che lavora sulla figura intera dell’opera ma deve tener conto d’ogni granello di materia sottratta. Zerah ha un vantaggio e una responsabilità: può aggiungere materia. Tutti i ‘livelli’ di composizione dei programmi di fotoritocco si compattano, anche nelle trasparenze, e pure l’uso delle scritte (rare) ammicca alla grafica e non all’esigenza testuale. Il testo è l’insieme dell’immagine dell’opera, e i suoi dettagli.
La fotografia e l’arte visiva, come detto, non sono il centro dei miei interessi critici. I riferimenti a immagini che in qualche modo precedono o informano l’opera di Zerah non posso fino in fondo coglierli e scioglierli: trovo però chiara una linea di rimandi a Mapplethorpe, a LaChapelle, forse a LaBruce. Esplicito è poi il giocare con alcuni degli stilemi surrealisti – tanto che l’armonia dell’opera fotografica di Zerah, seppur accentuatissima, non esige resa realistica – e il riferimento al linguaggio della grafica, della pubblicità, in certo senso alla sintassi postmoderna del fashion, dello star system.

Sono gli eccessi quotidiani, anche dell’uso dell’immagine, di questa porzione società-tempo a interessare l’occhio dell’artista. Un occhio inquieto, a tratti tormentato, eppure ricercatissimo nel rendere d’armonia patinata e, ad un tempo, disorientante e interrogante le questioni messe a fuoco opera per opera: l’identità, la violenza, il piacere, la corruzione. Altro ancora. Un caleidoscopio di temi, ricorrenti nell’espressione artistica, che trovano qui come minimo comun denominatore una questione morale. Questioni morali risolte ponendo domande, offrendo uno sguardo individuale, mai costruendo opzioni moralistiche o proponendo verità. Qui non c’è verità, c’è un’immagine impossibile del reale. Uno specchio deformante che tende ad armonia assonante piuttosto che a torcere, ridurre o slargare in modo volgare. La dissonanza sta nel ricomporre con la realtà circostante, sta nell’occhio di chi guarda. La volgarità, se qualcuno la ravvisa, è nel tempo odierno degli uomini. Nella mercificazione dei corpi e delle passioni, altri temi che tracciano l’opera d Zerah.


Torno da Tokyo


Torno da Tokyo... e non v'ho detto neppure che partivo. Almeno qui. Il blog è stato silenzioso per un po', chi mi segue, sa delle mie pause. E sa che le pause, in realtà, sono solo telematiche, ché quando non scrivo sul blog vuol dire che sto lavorando: a casa, in redazione, a zonzo. Poco importa. Fatto sta che tra presentazioni incontri e conferenze varie, la fiera di Bologna, quella di Torino, il Premio Andersen - a Sestri Levante, e bis a Genova - e infine Tokyo - appunto - non mi si è visto qui. In questo angolo pubblico e privato di pixel. Pian piano vi racconterò di Tokyo, San Maurizio Canavese, Cesenatico, Bra, Bogliasco, Cogorno, Sestri, Genova e Torino. Orizzonti sparsi.
Ah, nella foto c'è l'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, del quale sono stato ospite.A fare cosa? Lo trovate qui

domenica 29 marzo 2009

Tra contestatari...

E' uscita un'edizione aggiornata e ampliata di Tutto Mafalda (Magazzini Salani, Milano 2009) di Quino. C'è anche una mia testimonianza. Che emozione!
Ecco le righe scritte per l'occasione:
"Mafalda la contestataria. Così con questa definizione esplicita, anche suggerita dai tempi, arrivò in Italia la bambina curiosa saggia e determinata di Quino. Una creatura forte, sospesa tra incanto e disincanto. Capace di strappare un sorriso e, ad un tempo, di infilare le dita negli occhi agli adulti, al mondo adulto (quello di timorose rinunce e piccole inutili pavide serrate degli occhi di fronte alle vicende del pianeta). E così, con la sua carica contestatrice, Mafalda è arrivata a me. Non nel 1968 o nel 1969, all’epoca non stavo ancora neppure nei progetti dei miei genitori. Arrivò (o meglio, ci arrivai) più tardi, nei miei anni della contestazione, quelli delle superiori, quelli delle manifestazioni e delle occupazioni. Un poco fuori tempo massimo, io e le contestazioni studentesche, a cavallo tra gli ’80 e i ’90. Sui miei coetanei avevo un vantaggio però: Bruna, la sorella più grande. Grande abbastanza per avere le collezioni di Linus e per passarmi una cinghia elastica portalibri frusta e consunta, di Mafalda. Ci legavo i libri delle magistrali al portapacchi del Sì Piaggio. Erano gli anni che volevo fare l’educatore per costruire un mondo nuovo e Mafalda alleggerì e diede sostanza al bagaglio. Tra una manifestazione, un concerto e un presidio – crollava il muro, si cacciava Ceausescu, accadevano i fatti di Tienanmen, scoppiava la prima guerra del Golfo – battevo le bancarelle dei libri usati. Un giorno tornai a casa con Il libro dei bambini terribili, finì nel mio scaffale dell’educatore nuovo con Freinet, Freire e Bernardini. Fotocopie e ritagli infarcirono i volantini del Kollettivo studentesco e di un centro sociale per bambini – rigorosamente autofinanziato e autogestito - che fondammo da lì a poco tra i vicoli di Genova. E’ troppo recente un trasloco per trovare tra le carte disordinate copia di quel materiale ma ripesco dalla memoria una striscia che usammo: Mafalda si rivolge a Felipe “Bisognerebbe ricominciare da capo, per vedere se riesce meglio”, e lui “D’accordo”, a quel punto entra in scena il padre “A cosa giocate?”, e Mafalda candida “A niente. Stavamo parlando dell’umanità”. E’ per queste ragioni che non ho più lasciato Mafalda, candida e contestataria."
Anselmo Roveda

Un grazie a Ivan Giovannucci, curatore del volume: quasi 600 pagine di Mafalda. Viva!

giovedì 12 marzo 2009

Rosso papavero


è uscito Rosso papavero
testo di Anselmo Roveda
illustrazioni di Chiara Dattola
Edizioni Lapis
Roma 2009

mi è arrivato in una busta gialla, per posta

Erba


Erba
non questa verde, da campi,
no
piuttosto quella in provincia di Como.
Ci sono stato venerdì scorso, il 6, a incontrare le scuole
nella libreria Colombre
tre incontri con le terze
di quelli veri, belli, intensi, sudati oserei dire
con maestre che hanno lavorato e fatto lavorare - giocando, scoprendo, incuriosendo - sui libri
con bambini che hanno letto le storie e hanno domande non per l'Autore ma per l'Anselmo che scrive.
Grazie quindi, anche alla Carla, libraia che legge e racconta.

lunedì 2 marzo 2009

indicibile


Qualche giorno fa un'amica, una viandante, una lettrice di queste parole scarne da blog
e - immagino - di quelle altre mie, più articolate e varie che vanno sulla carta,
mi ha scritto in un post a proposito dell'immagine che introduce la sezione (b)io del mio sito, immagine contrappuntata da un testo di Rilke (anche qui sopra). Insomma, mi dice:

"Mi chiedevo come mai mettere una frase di Rilke come presentazione di sè che dice che " Gli avvenimenti sono indicibili...". Non è una contraddizione se poi si è portatori e raccoglitori di parole? Ed è attraverso di esse che gli avvenimenti "viaggiano" e si tramandano? Vorrei capire.Grazie."

Portatore e raccoglitore di parole. E' vero. Mi piace, grazie.
Quella frase non è però presentazione di me, è avvertimento anteposto a una nota bio-bibliografica (da web, per giunta). Come a dire: il pubblico non copre, narra, comprende il privato. Che è di più, è altro, non necessariamente meglio, ma oltre.
Ma quella catena di parole, forse, ha a che fare pure con la tensione del mio scrivere vario.
Provo a ragionare ad alta voce, tasto per tasto.
Non gli avvenimenti sono indicibili ma "la maggior parte degli avvenimenti", almeno con la parola. Gli amici che narrano con le immagini sanno a cosa mi riferisco. Gli avvenimenti - anche la loro maggior parte - viaggiano e si tramandano in letteratura, sono d'accordo. Ma non sono letteratura, le parole restituiscono parte vera e profonda, ma unica di quegli avvenimenti. Anche nell'epica.
Insomma credo, lo ripeto spesso, che le parole possano trovare miglior senso tra i silenzi, così come le immagini lo trovano tra gli spazi, e ogni composizione in un bianco possibile.
Ogni storia che merita d'esser raccontata non colma vita, (del narrato, del narratore).
Magari poi è più semplice, magari resta nulla più che una contraddizione.
Del resto, non mi spiacciono neppure quelle.

Zena Social Frozen


Flash Mob Frozen! Dedicato alla precarietà!

ZENASOCIALFROZEN DELLA BUSTA PAGA

SABATO 7 MARZO ALLE ORE 16.30 IN PIAZZA DE FERRARI

CI RITROVIAMO PER "CONGELARCI" AL SEGNALE ACUSTICO DI UNA TROMBA DA STADIO

TUTTI I PARTECIPANTI DOVRANNO IMMOBILIZZARSI
NELLA POSIZIONE IN CUI SI TROVANO ESPONENDO LA PROPRIA BUSTA PAGA
(CHI NON CE L'HA ESPONE UN FOGLIO BIANCO)
E RESTARE IMMOBILI PER 3 MINUTI (SINO AL SUONO DELLA TROMBA)

TUTTI immobili, congelati, pietrificati... a rappresentare simbolicamente quello che volete... insieme alla vostra Busta Paga.....o foglio bianco...sic sic

MA TU COME TI CONGELI?

Guarda un flash mob di Genova! http://www.youtube.com/watch?v=Zkku5OYXY5c

Guarda quello di New York! http://www.youtube.com/watch?v=jwMj3PJDxuo

Partecipa anche tu e inoltra questa e-mail ai tuoi amici!!

Zena Social Workers

Minimondi



27 febbraio 2009 - incontri con le scuole
ore 10,00 - Salsomaggiore
ore 14,00 - Parma

per quasi 150 bambini domandanti e curiosi

il Festival (vai al sito) dura fino all'8 marzo
(a Parma c'è anche una mostra su Leo Lionni, emozionante, ci tornerò su)

Torino, Le mie lingue


Dal 19 al 21 febbraio nella città piemontese, in occasione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, c'è stata la manifestazione Le mie lingue.
Ho avuto l'occasione di incontrare molte persone e tre belle realtà:

Iter - Centro di cultura per l'arte e l'espressività
via Tollegno
http://www.comune.torino.it/iter/servizi/arte.shtml

Biblioteca Civica Cascina Marchesa
Corso Vercelli
http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/sedi_orari/marchesa.shtml

Biblioteca Civica Italo Calvino
Lungo Dora Agrigento
http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/sedi_orari/calvino.shtml

lunedì 16 febbraio 2009

Spilamberto



Cielo terso e sole a Spilamberto,
nell'Emilia profonda: tigelle e ciccioli
un bel pomeriggio di letture, storie e disegni
con Paolo Domeniconi, l'illustratore della 'rana'

grazie a lui,
a Patrizia (l'inaspettato pranzo)
alla bibliotecaria Maria Rosa
e ai bimbi occhi sgranati, orecchie aperte, mani sporche di colore

poi, al ritorno (che fino a Genova è lunga)
pausa e cena a Cremona - terra di Dossena, un pensiero grato -
a base di marubini in brodo di tre carni
arrosto con salsiccia e, ça va sans dire, mostarda
(avevo pensato al Centrale, poi è stato Bissone
ma da quelle parti non va mai male, anzi)

torno...


torno. o meglio, provo.
il trasloco preso sotto gamba ('in due settimane sarà tutto a posto...')
mi ha tenuto lontano, parecchio ('alla fine ci son voluti quasi tre mesi')
rieccomi.