E' uscita un'edizione aggiornata e ampliata di Tutto Mafalda (Magazzini Salani, Milano 2009) di Quino. C'è anche una mia testimonianza. Che emozione!
Ecco le righe scritte per l'occasione:"Mafalda la contestataria. Così con questa definizione esplicita, anche suggerita dai tempi, arrivò in Italia la bambina curiosa saggia e determinata di Quino. Una creatura forte, sospesa tra incanto e disincanto. Capace di strappare un sorriso e, ad un tempo, di infilare le dita negli occhi agli adulti, al mondo adulto (quello di timorose rinunce e piccole inutili pavide serrate degli occhi di fronte alle vicende del pianeta). E così, con la sua carica contestatrice, Mafalda è arrivata a me. Non nel 1968 o nel 1969, all’epoca non stavo ancora neppure nei progetti dei miei genitori. Arrivò (o meglio, ci arrivai) più tardi, nei miei anni della contestazione, quelli delle superiori, quelli delle manifestazioni e delle occupazioni. Un poco fuori tempo massimo, io e le contestazioni studentesche, a cavallo tra gli ’80 e i ’90. Sui miei coetanei avevo un vantaggio però: Bruna, la sorella più grande. Grande abbastanza per avere le collezioni di Linus e per passarmi una cinghia elastica portalibri frusta e consunta, di Mafalda. Ci legavo i libri delle magistrali al portapacchi del Sì Piaggio. Erano gli anni che volevo fare l’educatore per costruire un mondo nuovo e Mafalda alleggerì e diede sostanza al bagaglio. Tra una manifestazione, un concerto e un presidio – crollava il muro, si cacciava Ceausescu, accadevano i fatti di Tienanmen, scoppiava la prima guerra del Golfo – battevo le bancarelle dei libri usati. Un giorno tornai a casa con Il libro dei bambini terribili, finì nel mio scaffale dell’educatore nuovo con Freinet, Freire e Bernardini. Fotocopie e ritagli infarcirono i volantini del Kollettivo studentesco e di un centro sociale per bambini – rigorosamente autofinanziato e autogestito - che fondammo da lì a poco tra i vicoli di Genova. E’ troppo recente un trasloco per trovare tra le carte disordinate copia di quel materiale ma ripesco dalla memoria una striscia che usammo: Mafalda si rivolge a Felipe “Bisognerebbe ricominciare da capo, per vedere se riesce meglio”, e lui “D’accordo”, a quel punto entra in scena il padre “A cosa giocate?”, e Mafalda candida “A niente. Stavamo parlando dell’umanità”. E’ per queste ragioni che non ho più lasciato Mafalda, candida e contestataria."
Anselmo Roveda
Un grazie a Ivan Giovannucci, curatore del volume: quasi 600 pagine di Mafalda. Viva!
1 commento:
il fatto di aver condiviso con te alcuni di quei momenti mi riempie di gioia....sapere di poter leggere alcune delle tue storie alla mia bambina mi fà sorridere, magari con un pò di malinconia...brindo a te e alle tue gradi cose...sperando di aver trasmeso un pò di "voglia di contestazione" a questa piccoa peste che gironzola per casa, magari perchè se sono come sono lo devo anche un pò a te....un abbraccio grande! Stefania
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