mercoledì 26 febbraio 2014

Chalandamarz e Selina Chönz


Si avvicina Chalandamarz, la ricorrenza delle valli della Svizzera romancia nella quale si festeggia la fine dell’inverno e si annuncia la rinascita. Una buona occasione per ricordare la scrittrice Selina Chönz e l’illustratore Alois Carigiet con il loro Uorsin, diventato, fuori dell’Engadina, Ursli.
La vicenda letteraria di Selina Chönz mi sta a cuore; mi piace l’idea che testi nati nella propria marginale lingua madre possano diventare non solo testi universali, ma anche un successo mondiale tradotto in molte lingue. Già, Selina Chönz (1910-2000) scriveva in lingua romancia (qualche decina di migliaia di parlanti per questo reto-romanzo parente stretto di ladino e friulano), in dialetto puter (quello parlato nell’Alta Engadina). In un tempo nel quale il romancio era stato da poco riconosciuto dalla Confederazione Elvetica, dal 1938 è quarta lingua nazionale ma solo da metà degli anni ’90  lingua amministrativa.


Selina Chönz 1979

 La Chönz, oltre a qualche altro racconto, ha pubblicato tre testi per l’infanzia divenuti albi illustrati grazie al segno di Alois Carigiet (1902-1985), artista svizzero che ricevette nel 1966 l’H.C. Andersen Award dell’Ibby. Il primo e più fortunato, quello che racconta anche di Chalandamarz, è Uorsin (1945). Si tratta anche dell’unico attualmente disponibile al lettore italiano grazie alla traduzione di Alfeo Tavernini: “Una campana per Ursli” è stato pubblicato a Milano nel 2008 dalle edizioni “Il gioco di leggere” di Gabriele Cacciatori.



Gli altri due albi della trilogia engadinese per l’infanzia di Chönz e Carigiet, Flurina (1952) e La naivera (1957), sono usciti in italiano per la zurigherese Edizioni Silva a metà anni ’80: Flurina e l’uccellino. La sorellina di Ursli (versione italiana di Maria Grazia Baumgartner, 1987) e La grande nevicata (versione italiana di Fabio Chierichetti, 1985). Come curiosità si potrà segnalare che di Flurina ne venne realizzato anche un adattamento in ladino badiota (Flurina y l vicel salvare, 1952) pubblicato in Val Badia l’anno stesso dell’uscita.


Da qualche tempo sto raccogliendo materiale su Selina Chönz cullando l’idea di una biografia con profilo critico. Vedremo. Intanto vi consiglio qualche link. Innanzitutto un breve documentario “Uorsin superstar - in'istorgia da success” realizzato da RTR, la radiotelevisione svizzera di lingua romancia.



La pagina dalla quale accedere al documentario RTR:


Il documentario

 

 

 

Altri links

Selina Chönz
pagina wiki in italiano
la più corposa pagina wiki in tedesco

Alois Carigiet

“Una campana per Ursli”
la pagina sul sito dell’editore italiano
scheda sul sito dell’Università di Padova

Chalandamarz
un video
pagina wiki in italiano
pagina d’approfondimento in romancio

Un francobollo per Uorsin
articolo su “La Lente”, rivista filatelica de La Posta svizzera

Una gita sulle orme di “Flurina”

Per una ricerca dell’opera di Selina Chönz sugli Opac svizzeri

 

 


lunedì 10 febbraio 2014

Quando i libri fanno notizia

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Nei giorni scorsi una mail inviata da “Il libro con gli stivali” - una libreria specializzata ragazzi, di Mestre, Venezia terraferma - avvisava me e altri professionisti della filiera del libro di una notizia proveniente dal territorio. Dal loro territorio.
La notizia riguarda una fornitura di libri per i servizi 0/6: asili e scuole dell’infanzia.
Bene, direte voi. Finalmente fanno notizia buone pratiche e azioni pubbliche virtuose tipo la dotazione di una cinquantina di libri alle scuole per i più piccoli. Libri belli, tra l’altro. Leo Lionni, Mario Ramos, Eric Battut…
La notizia però non è questa. Non è la condivisione di una buona pratica. È la polemica conseguente. Pare possibile? Una polemica con tanto di lettere ai giornali locali?
E già. Perché l’iniziativa si chiama “Leggere senza stereotipi”. Questa dicitura è stata subito interpretata da fini menti, e rilanciata da taluni media, come “fiabe gay” o “favole gay”.
Il Gazzettino, storico e diffuso giornale veneziano che attenderemo a ben altre prove, cavalca la notizia facendo confusione dilettantesca.
Innanzitutto spiace dover evidenziare a professionisti della comunicazione e dotti colleghi che le categorie “Fiaba” e “Favola” – oltre a non essere sinonimi – non sono neppure applicabili ai testi d’autore e agli albi illustrati dell’odierna (un odierno che dura una secolo e mezzo) letteratura per l’infanzia. L’altro termine in questione, di fronte a questa prima prova di ignoranza in fatto di letteratura e bambini, temo non possa rientrare per davvero nella capacità di analisi e comprensione di certi commentatori. La questione peraltro, sarà bene dirglielo, non esiste: non esistono favole gay. Non quelle nella lista di certo. Anche perché “leggere senza stereotipi” non riguarda solo le scelte affettive e quindi sessuali.
Esistono invece buoni testi di letteratura illustrata, per tutte le età, capaci di far vivere e condividere esperienze ampie e articolate: dall’intrattenimento alla riflessione. Anche intorno al fatto che siamo tutti essere umani, grossomodo mossi dalle stesse passioni (sì, pure il grezzo titolista), e proprio in quanto umani felicemente disponibili a uno spettro non univoco di comportamenti (altrimenti non avremmo colonizzato il pianeta meglio delle formiche, dai poli alle foreste equatoriali).
Agli ignari polemisti consiglio solo di leggersi Piccolo blu e piccolo giallo di Lionni, si faranno un regalo.