Cinque giorni, o quasi, senza connessione. Per scelta: quando sono in
giro per quest’Italia così simile ai suoi abitanti – gente capacissima di
inventare cibi squisiti con nulla ma di combinare malestri nell’affidare delega
e rappresentanza - preferisco vivere
piuttosto che fare life streaming. Cinque giorni che a riprendere in mano mail
e messaggi ne valgono parecchi di più e parecchi di meno. Conoscete il mio
essere restio nell’intervenire sulla rete eppure su due cose non posso tacere:
il valzer RCS Libri e il paso doble IIC Strasburgo. Dirò due piccole cose, per
tutto il resto trovate altrove e sulla carta, e da un po’, le mie riflessioni
in merito a cultura e editoria oggi. Partiamo dal paso doble IIC Strasburgo. I
tori nell’arena sanno che quella composizione così enfatica e suggestiva in
realtà non porta bene, almeno per loro. Preannuncia morte. A Strasburgo, una
della capitali dell’Europa unita, l’Istituto Italiano di Cultura rischia la
fine del toro. Per capirne qualcosa di più e per attivarvi, bastassero le
petizioni online, andate qui.
Tocca poi al valzer RCS Libri. Senza entrare nel merito delle scelte e
dello stato dell’arte dell’editoria - non perché non mi sia caro ma per brevità
e coerenza rimando a quanto scritto e detto ancora di recente (articoli per
“Andersen” degli ultimi due anni; intervento a Digital Readers 4, in
ottobre a Rozzano; lettera da Francoforte su “LG Argomenti”; …) – varrà la pena
sottolineare almeno la distanza dei punti di vista. Distanza espressa dalla
scelta delle parole. Sentire riferirsi a Rizzoli Ragazzi come “punto debole”,
sentire definire il progetto fin qui portato avanti come uno degli elementi di
“debolezza” del gruppo è francamente stordente. Per chi, come me, si occupa di
libri e incontra lettori, giovani lettori in divenire, quel progetto era ed è
un punto di forza. A sentirlo definire debole verrebbe da ridere. Ma gli
interlocutori hanno volti serissimi. Anch'io però ho ragioni serissime.
Ragioni che si sostanziano nel guardare a quel catalogo come a uno dei migliori
degli ultimi anni. Un catalogo messo insieme valorizzando passato (Bur
ragazzi), differenziando proposte su formati, generi e fasce d’età senza aver
bisogno di incasellare a ogni costo, innovando con scelte coraggiose
(esordienti) e felici incontri di autori (i grandi albi). Ecco, pensavo che
tutto questo in editoria fosse forza, ma si sa nonostante ceda volentieri a
gusti pop e pulp sono “aspirazionalmente letterario”.
6 commenti:
GRAZIE di aver condiviso cose che penso e provo
Come ho scritto recentemente quando devo citare un editore "grande" che fa dell'ottima editoria per ragazzi dico Rizzoli. Alzare il livello della letteratura per ragazzi, offrire il meglio della scrittura nazionale e internazionale è un lavoro prezioso, importante, per la crescita di persone
D'accordo su quel che dici. Il "nuovo" che avanza in RCS come in Feltrinelli e Mondadori (che lancia il contratto ad anticipo zero, pensa un po') è fatto di fuffa e merchandising, attaccato in maniera asfittica alle Peppa Pig e i loro cuginetti (Violetta e simili). Non credo che porti da nessuna parte se non alla disfatta dell'editoria, in generale. Per il settore ragazzi abbiamo da fare. E tanto. I "Piccoli" hanno GRANDI ambizioni e molta passione intatta. vero Della Passarelli?
Luisa Mattia
Purtroppo, come ho già avuto modo di scrivere, questo non è che l,inizio di una progressiva disfatta della cultura in Italia. Il futuro rimane in mano ai piccoli imprenditori ma ci vuole coraggio e fortuna e comprensione da parte di molti. Ci sarà?
Vorrei dire una cosa anche a proposito degli sgravi fiscali per chi acquista libri. Certo è un bene per i libri scolastici ma questo porta a aumentare il numero di lettori?
Come sempre lucido e preciso, Anselmo. Condivido ogni parola e ogni malinconia di quanto scrivi e ti quanto scrivono Anna, Luisa, Della e Gianna. Ma, davvero, credo che l'esigenza sia di aprire un dibattito capace di coinvolgere i non addetti ai lavori. Magari con Liberos in Sardegna? Magari in altre sedi? Ma vano ricostruite le cornici di senso di una progettualità culturale allo stemo, altrimenti, davvero, la deriva è incontrollabile. Bello sarebbe fare tutto questo insieme ai tutti e tutte qui riunite in questo blog.
aspirazionalmente letterario!
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