martedì 8 gennaio 2013

Ho visto gli UFI!

 

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Sì, li ho visti. Non alzate la cornetta, nessun TSO per me (Trattamento Sanitario Obbligatorio, oggi mi garbano le sigle). Sarà bene fare chiarezza. UFI, qui, non è un italianizzante scorretto plurale di U.F.O. (Unidentified Flying Object). UFI, qui sta per Underground del Fantastico Italiano. Embé? Va bene, non esiste neppure quello. Nessuno che io sappia si identifica con la sigla in questione. Eppure l'underground del fantastico italiano - narrativo, ça va sans dire - esiste e gode di buona salute. Almeno creativa. Sto parlando di un'ampia schiera di scrittori, di disparate età e per lo più non professionisti (ma taluni di buon mestiere), che si dedicano alla narrativa fantastica variamente declinata. Fantascienza e horror vanno per la maggiore, il fantasy non manca (e quando mai è mancato negli ultimi quindici anni?). Così come non mancano, a margine dell'UFI, incursioni più tradizionali, diciamo sul thriller. Ma anche solo a star fermi sull'UFI le occasioni di lettura non difettano. Gli autori neppure. Si tratta di una schiera crescente e con qualche buon ritrovo in rete.
Nella crisi dell'editoria tradizionale e nelle ancora incerte acque di quella digitale molti narratori per diletto proprio e altrui (diletto? sì, hai letto bene) si sono dati forme autonome d'espressione e produzione attraverso la rete. Blog novel e ebook, per lo più gratuiti, che contano buona audience in clic e download. Tradotto in copie vendute o distribuite si tratta, molte volte, di diverse centinaia di copie per titolo. Piccoli numeri? Andatelo a dire agli editori di narrativa. Sì, andateglielo a dire perché dentro alla rete (allargare al campo semantico ittico) potrebbero pescare dei buoni narratori. Certo ci vuole una rete a maglie fitte (leggi: buoni editor) perché in quel mare ci sono anche, tra i rari pesci commestibili e i rarissimi gustosi, miriadi di scarpe vecchie e di pesciolini insipidi (ma non diversamente da ciò che accade per gli invii in cartaceo alle redazioni).
Sì, lo so che quello che io oggi chiamo UFI esiste da un po'. Però, però... un'occhiata oggi la darei, un'occhiata nuova, meno snob.
I posti da cui partire (da qui innanzi può leggere solo chi non ha scrollato la testa finora dicendo "ma sì, sì, sono i soliti... dischi volanti, lupi mannari...") che consiglio sono tre, anzi quattro:

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