giovedì 8 settembre 2016

Un'estate di lingue (senza malizia)




È stata un'estate di lingue
(senza malizia)
le solite scritture in italiano e in genovese [per il primo la rincorsa di due scadenze di consegna libri non ancora evase (acc!), per il secondo un racconto lungo un mese (nel post qui sotto), e un libro e un librino in arrivo]; il lavoro su un testo da portare in italiano dall'inglese [un albo, a breve, ssst! è ancora segreto...], la traduzione in inglese, fatta da altri, di un mio racconto [su un periodico internazionale, molto fashion]; la traduzione, sempre fatte da altri, in inglese, francese e polacco di mie riscritture di fiabe per una coedzione europea [un progettone]; una traduzione dal francese [anche qui albo in uscita, ssst!]; e soprattutto due curatele, ci tengo molto, da due letterature poco bazzicate, due piccoli classici, dallo spagnolo (di Colombia) e dall'occitano (di Provenza) [seguiranno dettagli]; e poi la cena badiota ad ascoltare ladino e i giorni in valle mia a carpire urbasco. E all'inizio dell'estate le vacanze a Eivissa, a nuotare e bere in catalano e spagnolo. E, certo, pure i giorni austriaci a non capire nulla di tedesco!

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